WisdomTree Cloud Computing ai raggi X

Apr 13, 2021 | Educational e approfondimenti vari

In seguito all’articolo precedente (focalizzato sul settore cloud, puoi leggerlo qua: Investire nel cloud computing), mi sono arrivate parecchie richieste di analisi in merito a prodotti focalizzati su questo megatrend, ed in particolare su quello che risulta essere lo strumento più in voga sul cloud:

WisdomTree Cloud Computing UCITS ETF USD Acc
ISIN IE00BJGWQN72 Ticker WCLD

Vediamo quindi di smontarlo pezzo per pezzo in modo da ricavare dati e informazioni utili alla nostra operatività.

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WisdomTree Cloud Computing è un Etf domiciliato in Irlanda, lanciato sul mercato italiano il 3 settembre 2019, il quale investe su azioni di società di tutto il mondo che hanno a che fare con il business del cloud computing.
Si tratta di uno strumento a replica fisica, ad accumulo dei proventi, caratterizzato da un TER annuo dello 0,40%.

L’ Etf in questione replica l’ indice BVP Nasdaq Emerging Cloud, un indice progettato dagli esperti del mercato tecnologico, Nasdaq e Bessemer Venture Partners, che misura la performance delle società emergenti coinvolte nella fornitura di software e servizi cloud ai propri clienti.

Per entrare a far parte di tale indice le aziende devono ricavare la maggior parte delle loro entrate dalla fornitura di prodotti software orientati al business attraverso un modello di consegna cloud o cloud economico.
Oltre a ciò, per essere incluse nell’indice, le società devono soddisfare precisi requisiti di crescita dei ricavi: nello specifico, i titoli considerati per essere aggiunti per la prima volta nell’indice devono aver aumentato i ricavi di almeno un 15% annuo durante ciascuno degli ultimi 2 bilanci annuali, mentre i titoli che già figurano all’interno dell’indice, per rimanerci devono aver aumentato i ricavi di almeno un 7% all’anno in almeno uno degli ultimi 2 anni fiscali.

La capitalizzazione minima è di 500 milioni di $.

A ciascun componente viene assegnato lo stesso peso ed il ribilanciamento avviene con cadenza semestrale (a febbraio e ad agosto).

Analizzata la composizione dell’ indice, facciamo qualche considerazione sul replicante.

Trattandosi di un Etf legato ad uno dei principali megatrend, le prospettive future sono indubbiamente molto interessanti. Da questo punto di vista la corrente è certamente a favore.

Il prodotto ha praticamente raddoppiato il proprio valore nel corso dell’ultimo anno, con picchi del 170% tra marzo 2020 e febbraio 2021; da lì in poi ha subito la sorte di bene o male tutti i tecnologici, con le quotazioni che si sono sgonfiate nel contesto di rotazione settoriale verso titoli più ciclici e legati al ritorno alla normalità post-pandemia. Dopo un accelerazione al ribasso in cui è arrivato a perdere un 24% dai valori massimi, l’ Etf sembra aver trovato supporto in area 38, dove effettivamente ha rimbalzato più volte. Una resistenza si può identificare in area 43.

Per quanto concerne la composizione interna: a livello settoriale la tecnologia ha praticamente l’ esclusiva come è ovvio che sia.

Relativamente all’esposizione geografica, anche qua abbiamo la quasi totalità delle risorse allocate su aziende Usa.
L’intero portafoglio è composto da 58 titoli. Tra le posizioni principali abbiamo aziende come Dropbox, Adobe, Box, New Relic e Qualys.
In definitiva questo prodotto, per come è strutturato, quindi: focus su un unico settore, praticamente di una sola nazione, elevata concentrazione di titoli all’ interno (molti dei quali ad alto beta), rilevante importanza delle società a capitalizzazioni più contenute, una cosa è certa, ossia che inserendolo in portafoglio si compra volatilità.

E’ uno strumento che può continuare a soffrire un contesto di rialzo sui rendimenti dei titoli di Stato Usa. Tuttavia la probabilità che a lungo termine possa dare soddisfazioni, facendo meglio di un benchmark generico come MSCI World o S&P 500, è elevata.

Per mitigare la volatilità si potrebbe trattare l’ Etf in questione tramite piano d’ accumulo o all’ interno di un protocollo di gestione attiva (trendfollower o rotazionale). E’ preferibile, dato il focus d’ investimento molto specifico, lavorarlo nella parte satellite di portafoglio.

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