Difendersi dalle discese del Nasdaq con un nuovo strumento

Nov 26, 2022 | Educational e approfondimenti vari

E’ appena arrivato in Italia un Etf azionario strutturato di nuova generazione ad opera dell’ emittente Global X. Si tratta di un’altra novità da accogliere positivamente sul mercato tricolore, dal momento che esso rappresenta un’inedita ed un minimo più raffinata metodologia d’investimento nell’industria dei fondi passivi.

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L’ Etf è il seguente:

GLOBALX NASDAQ100 COVERED CALL UCITS ETF
ISIN: IE00BM8R0J59 TICKER QYLD

In realtà si tratta di un prodotto che arriva oggi in Italia, ma che in America ha circa 9 anni di storico.

Tale Etf replica passivamente il seguente indice: Cboe Nasdaq-100 BuyWrite V2 Index.

Si tratta di un indice total return che ha una caratteristica peculiare: solo l’ 85% dei dividendi (e non il 100%) viene reinvestito nell’ indice stesso.

Ma in cosa consiste tale indice?

Esso traccia il rendimento di una strategia covered call sull’ indice Nasdaq100. In altre parole, compra le azioni del Nasdaq e contemporaneamente vende opzioni call con scadenza ad 1 mese sullo stesso indice. Il giorno precedente alla loro naturale scadenza queste call vengono liquidate.

Questa strategia è detta anche buy-write. La logica sottostante ad essa è quella di generare al fondo degli introiti aggiuntivi dati dal premio pagato dagli acquirenti di queste call vendute. Di conseguenza c’è da un lato una copertura parziale in caso di discesa dell’ indice, mentre in caso di salita tale strumento tendenzialmente viene zavorrato dall’ esercizio delle call precedentemente vendute, quindi non ne beneficia interamente.

Il ribilanciamento dell’ indice ha luogo con cadenza mensile.

Si tratta di uno strumento a replica sintetica (unfunded swap). La versione Usa di questo prodotto distribuisce dei dividendi mensili, mentre la versione italiana è ad accumulo dei proventi. Il TER è pari allo 0,45% annuo.

In merito alle performances, guardando a primo impatto il solo price return uno si potrebbe spaventare, visto che abbiamo un andamento ribassista (stiamo parlando sempre del Nasdaq negli ultimi 10 anni).

Tuttavia per formulare un giudizio più preciso occorre tener conto dei dividendi staccati ogni mese da 9 anni, che a quanto pare sono anche belli corposi, (il distribution yield attuale si attesta ad oltre il 12% annuo). Certo è inutile pensare che come rendimento totale negli ultimi anni abbia battuto il Nasdaq100, praticamente impossibile in presenza di una spiccata direzionalità rialzista come quella degli ultimi tempi, ma va considerato che il fine di questo prodotto è quello di cavarsela in termini relativi quando c’è volatilità e di fornire entrate periodiche regolari.

Il problema è che l’ uso come fonte di flusso di reddito periodico non è consentita a chi lo acquista in Italia, dal momento che la versione tricolore è ad accumulo.

Quindi potrebbe essere ancora valido? Sicuramente può attenuare le fasi ribassiste, come abbiamo potuto vedere da inizio anno ad oggi.

Potrebbe dunque essere preso in considerazione da coloro che hanno una visione laterale/ribassista da qua in avanti nei prossimi mesi-anni, in concomitanza di una volatilità persistente ed un minimo elevata, ma che vogliono rimanere lo stesso investiti.

Come sempre l’ arrivo di nuove soluzioni va accolto positivamente in quanto di base rappresentano un’ arma in più a disposizione dell’ investitore. Probabilmente l’ arrivo di questo strumento aprirà la strada ad altre soluzioni di tipo alternativo legate ad esempio all’ uso delle opzioni all’interno della strategia, già diffuse in Usa e che potrebbero presto sbarcare in Italia.

Forse sarebbe stato più coerente lasciare inalterata la logica Usa, ossia il prodotto basato sulla fornitura di reddito, confido a questo punto che arrivi la versione a distribuzione, così che ognuno possa scegliere secondo le proprie preferenze.

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