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Xtrackers Portfolio UCITS ETF
ISIN LU0397221945, Ticker XQUI
ISIN NL0009272780, Ticker TOF
Come sempre lo scopo per cui mettiamo di fronte i 2 prodotti è quello di vedere le caratteristiche, i pro e i contro di ognuno ed aiutare l’ investitore a prendere una decisione d’ investimento efficiente e più razionale possibile. Oltre a ciò, tramite questo confronto si vuole dare una risposta ad una domanda che inizia ad essere molto gettonata tra i risparmiatori, ossia se sia preferibile investire nell’ Etf Vaneck o se sia “meglio” Xtrackers.
Fatte queste premesse si può dare inizio al confronto.
Innanzitutto, come già accennato, occorre dire che sia l’ uno sia l’ altro sono Etf multi-assets, dal momento che incorporano un portafoglio diversificato a livello globale composto da azioni e obbligazioni.
Xtrackers tuttavia è una gestione attiva a tutti gli effetti, visto che ha un’ allocazione di tipo tattico rivista e ribilanciata ogni 3 mesi, con la quota azionaria che va da un minimo di un 30% ad un massimo del 70%, stesso discorso per la parte obbligazionaria.
Vaneck diversamente ha un’ allocazione strategica e fissa: 70% azioni e 30% bond, quella è e quella rimane.
In termini di longevità vince lievemente Xtrackers, dal momento che è stato lanciato nel novembre 2008, mentre Vaneck è stato reso disponibile giusto un anno dopo. In entrambi i casi abbiamo a che fare con prodotti ad ampio storico.
A livello di AUM vince decisamente Xtrackers, così come in termini di liquidità sul mercato italiano. In merito a questo secondo raffronto va detto però che Vaneck è arrivato da poco sulla nostra piazza finanziaria, rendendo il paragone un attimo improprio. Ma tant’è; oggi la situazione è questa, mi riservo tuttavia di monitorare ciò in futuro, in modo da capire se si creerà del fermento intorno al nuovo fondo Vaneck tale da capovolgere la fattispecie attuale.
Per quanto riguarda le spese di gestione, Vaneck risulta decisamente più economico, dal momento che costa lo 0,32% annuo di Ter contro lo 0,70% del rivale, meno della metà dunque, per un risparmio non indifferente dello 0,38% annuo. E’ vero che i costi non sono tutto, ma è bene minimizzarli visto che rappresentano l’ unica componente certa, dal momento che il rendimento è incerto.
Entrambi gli Etf sono a replica fisica (totale nel caso di Xtrackers, a campionamento ottimizzato nel caso di Vaneck), mentre la politica di distribuzione dei proventi è diversa: Xtrackers è ad accumulo, Vaneck distribuisce i dividendi e le cedole che ha in pancia ogni 3 mesi.
Conseguentemente il primo è più indicato per chi è in fase di accumulo di capitale e vuole far lavorare al massimo l’ interesse composto per massimizzare il montante futuro, il 2° si presta invece meglio ad essere impiegato da coloro che sono più capitalizzati e non disprezzerebbero ricevere un’ entrata periodica dai propri investimenti.
In quanto a diversificazione interna, in entrambi i casi siamo in una botte di ferro: Vaneck ha al suo interno 245 partecipazioni tra azioni e obbligazioni, Xtrackers invece essendo un Etf di Etf non va direttamente sui singoli titoli ma spalma le sue partecipazioni in 13 Etf.
#Portafoglio Vaneck
#Portafoglio Xtrackers
Sempre lato bond poi, l’ emittente si sta concentrando lato corporate sulle emissioni sostenibili, lato titoli di Stato su quelle sacche più generose in termini di rendimento (come l’ Italia), mentre lato emergenti il focus è sulla qualità degli emittenti (con esposizioni più rilevanti su paesi esportatori di energia quali Emirati Arabi Uniti e Qatar).
Dall’ altra parte, lato azionario, è possibile notare come l’ Etf in questione si stia attualmente concentrando su un esposizione globale (l’ Msci World è la micro asset class con il peso maggiore, mentre fino a poco tempo fa era l’ Msci Usa ad avere tale primato). Parallelamente a ciò, si può riscontrare un protocollo d’ azione orientato verso determinate tematiche (Esg) e stili (value).
Vaneck invece, replicando indici più generici, ha un’ impostazione operativa più classica e meno fuori dalle righe, meno pretenziosa, dove si mira a sbagliare il meno possibile, catturando i “beta” che ha da offrire il mercato.
Con riferimento alle performances, dalla quotazione del Vaneck ad oggi, esse premiano l’ Xtrackers Portfolio. La differenza è pari ad un 13% cumulativo. Detto ciò, occorre sottolineare come negli ultimi anni Vaneck abbia fatto meglio del rivale. Ovviamente si registra una certa correlazione positiva tra i 2 strumenti.
Per concludere, abbiamo visto 2 prodotti che sono entrambi validi. Il Vaneck è preferibile da coloro che vogliono fare un PIC su capitali elevati e ricevere dividendi regolari dai propri investimenti. Soprattutto chi mantiene a lungo termine ha poi il vantaggio di andare incontro a minori costi di gestione di quelli cui andrebbe incontro con Xtrackers (meno della metà).
Tuttavia se i dividendi non servono, l’ Xtrackers Portfolio può rivelarsi una scelta maggiormente efficiente, dal momento che l’ accumulo di dividendi/cedole permette la posticipazione fiscale, questo sul lungo periodo potrebbe sì giustificare il maggior costo. In tutto ciò c’è da tenere anche a mente che fino ad ora (in un arco di 13 anni) Xtrackers si è rivelato premiante sul rivale in quanto a performances.
Infine, nell’ ambito di un’ asset allocation di tipo tattico o anche di un PAC, ad oggi mi orienterei su Xtrackers, se non altro per la maggiore liquidità.
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