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Abbiamo un mercato azionario quindi molto legato alla dinamica delle materie prime e dei titoli finanziari, entrambi non hanno brillato negli ultimi anni, questo spiega l’andamento deludente di questo mercato, ben lontano dai massimi del 2008.
Tuttavia la zavorra di questo mercato viene anche dalla valuta, dal momento che un investimento in un indice quale l’MSCI Brazil è espresso in Real brasiliani, stiamo parlando di una valuta emergente e decisamente volatile, le cui dinamiche riflettono le condizioni di instabilità registrate in questo territorio a livello sociale, politico ed economico. Certamente l’andamento del Real non è stato soddisfacente (per usare un eufemismo), per riscontrare ciò è sufficiente prendere un grafico di lungo termine del cambio Eur/Brl.
Delineato il contesto introduttivo, vediamo sul lato pratico come può un investitore sfruttare queste informazioni nella propria operatività.
Personalmente rimango sempre dell’idea che mercati specifici come quello brasiliano vanno approcciati all’interno della componente satellite di portafoglio; detto ciò, ci possono essere varie strategie attuabili, su diversi strumenti.
Partiamo dall’ investitore che si avvalga di un approccio discrezionale (anche per una porzione minoritaria di portafoglio, ad esempio un 5% o un 10%), esso può privilegiare un indice del genere in un momento in cui prospetta una fase di rotazione settoriale verso i titoli più ciclici e/o una dinamica favorevole alle commodities (ad esempio un ciclo al rialzo), con l’obiettivo di fare meglio di un generico benchmark di riferimento.
Immaginiamo invece un investitore che opera in maniera sistematica, esso potrebbe realizzare un portafoglio (ad esempio di Etf) che tra un paniere predefinito di asset investibili si posizioni su quelli che presentano la maggiore forza relativa; se l’investitore in questione è molto propenso al rischio, per la parte azionaria può selezionare i mercati nazionali che risultano più volatili, tra cui quello brasiliano, e concentrarsi essenzialmente su quelli.
Ancora, al limite è possibile lavorare questo mercato tramite un piano d’accumulo, l’importante è che sia dedicata una cifra coerente con il proprio profilo di investitore, dal momento che parliamo di un mercato di nicchia, mentre sconsiglierei a chi lavora con logiche statiche di inserire nella parte azionaria di portafoglio una porzione d’ investimento dedicata al mercato brasiliano, poiché a fronte dell’innalzamento della volatilità non è una scelta che storicamente ha premiato in termini di rapporto rendimento/rischio.
Abbiamo capito che in determinati casi è possibile valutare un’esposizione al mercato azionario brasiliano, ma attraverso quale strumento possiamo coprire tale investimento?
Per esporsi al mercato azionario brasiliano una soluzione comoda è quella di andare su Etf: sul mercato italiano ce ne sono attualmente 5. Per quanto mi riguarda vanno più che bene questi 2 prodotti: il primo è a distribuzione dei proventi mentre il secondo è ad accumulo:
ISIN IE00B0M63516, Ticker IBZL
ISIN LU0292109344, Ticker XMBR
Tuttavia per investire in mercati tendenzialmente inefficienti come quello brasiliano si può guardare anche ai fondi comuni d’investimento, dove qualcosa di buono si trova, ad esempio
ISIN: LU0616856935
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