Ishares Electric Vehicles and Driving Technology ai raggi X

Ott 27, 2021 | Educational e approfondimenti vari

La transizione verso i veicoli elettrici è un processo che, anche se avverrà gradualmente, rappresenta qualcosa da cui difficilmente si può tornare indietro.
Tale fenomeno impatterà non solo sui beneficiari diretti, ad esempio i produttori di auto, ma un po’ su tutti gli attori situati sia a monte che a valle lungo questa filiera.

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Del tema della mobilità futura non è la prima volta che faccio menzione, ne avevo infatti parlato in un approfondimento di qualche tempo addietro, che ti consiglio di consultare qualora te lo fossi perso, lo puoi trovare a tale LINK.

Vista la crescente importanza di tale tema, è indubbio come esso rappresenti un potenziale megatrend futuro, in grado di attirare a sé una crescente mole di investimenti. Insomma le potenzialità non mancano di certo e la corrente da qua ai prossimi anni è certamente a favore.

Di conseguenza, chi volesse puntare su tale megatrend, può ad esempio esporsi ad esso tramite un veicolo ben diversificato e trasversale a livello di paesi e settori coinvolti, ossia il seguente Etf:

iShares Electric Vehicles and Driving Technology UCITS ETF USD (Acc)
ISIN IE00BGL86Z12, Ticker ECAR
Vediamo come sempre di smontare questo Etf pezzo per pezzo, in modo da ricavare dati e informazioni utili alla nostra operatività.

Ishares Electric Vehicles and Driving Technology è un Etf azionario domiciliato in Irlanda, lanciato sul mercato italiano il 20 febbraio 2019, che investe in società di tutto il mondo (paesi sviluppati e paesi emergenti) le quali si concentrano sulla mobilità elettrica e sulle tecnologie di guida assistita.

Si tratta di uno strumento a replica fisica (campionamento ottimizzato), ad accumulo dei proventi, e caratterizzato da un Ter annuo dello 0,40%.

L’ Etf in questione replica lo Stoxx Electric Vehicles & Driving Technology Net Index,
un indice focalizzato sulla filiera attorno alla mobilità elettrica e alla tecnologia di guida, il quale include aziende coinvolte nella produzione di veicoli elettrici e autonomi, fornitori di batterie per veicoli elettrici e altri attori lungo la catena di fornitura della mobilità elettrica.
Si tratta di un indice che nel processo di costruzione integra delle considerazioni di tipo Esg. Oltre a ciò, il paniere è di tipo equal weighted, ossia tutte le partecipazioni hanno lo stesso peso percentuale. Infine, come di consueto, le aziende sottostanti all’ indice devono sottostare a determinati requisiti di capitalizzazione, di liquidità, ed essere conformi a determinati standard di sostenibilità.
L’indice viene ribilanciato con cadenza annuale, nel mese di giugno.

Analizzata la composizione dell’ indice, vediamo ora di fornire qualche dato sull’ Etf oggetto d’ analisi.

Le prospettive future sono indubbiamente interessanti, dato che il tema in questione dovrebbe beneficiare delle tendenze strutturali di lungo termine che guidano il cambiamento economico.

Il prodotto in questione ha realizzato un +21,28% nel corso del 2021 e un 43,65% nell’ultimo anno.

Il trend di fondo è ampiamente rialzista, da febbraio in poi l’ Etf ha perso un pò di smalto, inserendosi in una sorta di congestione prolungata. Tuttavia nelle ultime sedute è stata rotta al rialzo l’area di resistenza posta attorno a 6,96 e, dopo una breve indecisione, il fondo sembra aver ritrovato un pò di vitalità, con il raggiungimento di nuovi massimi, grazie anche al contesto di risalita dei mercati e soprattutto allo strappo rialzista di Tesla, prima posizione dell’ Etf.

Per quanto riguarda la composizione interna: a livello settoriale abbiamo 3 settori coinvolti: consumi discrezionali (che rivestono la maggiore importanza, tecnologia e industria).
Relativamente all’esposizione geografica, come al solito gli USA fanno da padrone, ma si registra un’ottima diversificazione, che coinvolge altre aree come Europa e Asia, con una buona presenza di paesi quali Giappone, Germania e Corea.
Di conseguenza, risulta ottima anche la ripartizione valutaria.
L’intero portafoglio è composto da 89 titoli, tutto sommato una discreta diversificazione, anche tenendo conto del fatto che ogni azienda ha lo stesso peso e dunque c’è una situazione di bilanciamento, non essendoci posizioni principali ad impattare molto sul peso del fondo. Spicca la presenza di Tesla riguardo il settore auto, anche se occorre far notare che dentro al fondo ci sono tutti i principali attori dell’industria automobilistica. Oltre a ciò, ci sono dentro pure grandi nomi dell’industria dei semiconduttori: ad esempio Nvidia e Intel, ma anche importanti aziende tech e industriali.
In definitiva, si tratta di uno strumento che ha fatto decisamente bene nel corso degli ultimi anni e che ha le carte in regola per fare bene in futuro. Ovviamente come tutti i tematici, bisogna tenere conto di una volatilità elevata; data la struttura di tale prodotto e la sua concentrazione geografica, ritengo sia da lavorare nella parte satellite di portafoglio, ad esempio tramite strategie trend-following o rotazionali, o al limite mediante un piano d’ accumulo.
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