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Saranno infatti confrontati i 2 principali strumenti del mercato italiano riferiti alla Master Limited Partnerships (MLP), ovvero società che operano nel settore delle infrastrutture energetiche degli Stati Uniti. In tale segmento rientrano un universo eterogeneo di società, coinvolte in diverse attività legate alla logistica energetica: condutture, attrezzature per lo stoccaggio e altri beni usati per il trasporto, lo stoccaggio, la raccolta e la trasformazione di gas naturale, dei gas naturali liquidi, del petrolio e/o dei prodotti raffinati.
Tale settore può trarre vantaggio in futuro sia dal piano infrastrutturale di Biden che dall’aumento dei prezzi delle materie prime energetiche (ad esempio petrolio e gas naturale).
Delineati gli aspetti introduttivi, andiamo a confrontare a 2 principali prodotti focalizzati su questo tema:
ISIN IE00B8CJW150, Ticker MLPD
ISIN IE00BHZKHS06, Ticker MLPI
A livello di AUM vince Invesco, il quale ha dimensioni maggiori, che si ripercuotono sulla liquidità del prodotto, dove pure la spunta leggermente quest ultimo, anche se entrambi gli strumenti non hanno una liquidità eccelsa.
Lato TER il più economico è L&G, il quale ha una spesa annua dello 0,27%, contro lo 0,50% di Invesco.
Sono entrambi prodotti a replica sintetica, che si avvalgono della metodologia unfunded swap per replicare l’indice di riferimento.
Per quanto riguarda la gestione dei proventi, entrambi gli Etf sono a distribuzione; altra cosa in comune è data dal fatto che tutti e 2 distribuiscono i dividendi ogni 3 mesi.
A livello di diversificazione interna, abbiamo a che fare con 2 prodotti molto concentrati: Invesco ha 24 titoli in pancia, ancora più ristretto è L&G che ha al suo interno appena 17 titoli.
Come abbiamo già accennato non c’è diversificazione geografica e di fatto neanche settoriale.
Dividend yield in entrambi i casi molto golosi: 7,14% per L&G e 9,31% per Invesco, che però è rimasto indietro a livello di prezzo, per cui tale rapporto viene più elevato anche per via di un denominatore meno in crescita; tuttavia i dividend yield odierni, anche se sembrano alti, sono nulla rispetto ai dati dello scorso marzo 2020, quando in pieno crollo questi Etf hanno avuto giornate persino da -20%, con il dividend yield che era schizzato anche a picchi nell’ ordine del 32%.
Per quanto concerne le performances c’è da fare una premessa: prodotti come questi che hanno investimenti concentrati in poche posizioni, seppur dello stesso settore, possono avere risultati molto diversi fra di loro, ed è di fatto quello che è avvenuto negli ultimi tempi.
Nell’ultimo anno L&G ha praticamente raddoppiato Invesco (70,48% contro 35,93%) e anche andando più indietro negli anni il primo ha fatto quasi sempre meglio.
A livello di oscillazioni di prezzo c’è poco da dire, sono tra gli Etf più volatili del mercato italiano. L&G si è dimostrato costantemente più volatile di Invesco, ma ha un rendimento in rapporto al rischio assunto superiore, anche facendo un’analisi più profonda (ad esempio su 5 anni).
Si tratta di prodotti che considererei solo per la parte satellite di portafoglio, all’interno di una logica dinamica di gestione della posizione.
Detto ciò, ritengo più conveniente l’ Etf di L&G, ci tengo però a precisare che in caso di prodotti concentrati come questi, può essere utile considerare il momentum, la forza relativa di entrambi, in modo da cercare di inserirsi sempre nel prodotto più in forma (visto che ci concentriamo esclusivamente su logiche operative legate alla tendenza dei prezzi). Se volessi fare un pac, starei attento all’ Etf di L&G, in quanto più piccolo e che si porta con sé un maggior rischio delisting.
*Dati al 03/05/21
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