3 Etf sulle infrastrutture a confronto

Mag 4, 2021 | Educational e approfondimenti vari

Un settore molto chiacchierato in questo periodo è quello delle infrastrutture, il motivo alla base di questa crescente popolarità è dato dal fatto che recentemente il presidente degli Stati Uniti Biden ha presentato un piano per investire 2.000 miliardi di $ in otto anni in infrastrutture nazionali, con un focus sui trasporti. Il piano prevede la ricostruzione dell’apparato infrastrutturale statunitense, con un budget di 620 miliardi di $ volto a modernizzare la rete dei trasporti nazionali, oltre che 32.000 km di strade e autostrade.

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Siamo dunque in presenza di un progetto che rappresenta l’ evento catalizzatore, il quale ha attirato l’ attenzione di molti investitori e analisti sul settore delle opere infrastrutturali.

Ma come potrebbe agire un investitore per catturare questo potenziale vento a favore?

La soluzione più semplice è prendere in considerazione degli Etf con focus su tale settore. Etf riferiti alle infrastrutture a livello generale sul mercato italiano ce ne sono pochi, ad oggi, perché se su questo settore dovrebbe scoppiare una moda in futuro, gli emittenti non ci metterebbero troppo tempo a cavalcare l’onda di entusiasmo per confezionare tanti nuovi prodotti con i quali inondare il mercato. Oggi gli Etf disponibili sono 3, e hanno tutti un bel po’ di storico, si prestano molto bene perciò ad un confronto, in modo da capire pregi e difetti di ognuno e aiutare l’ investitore a fare una scelta più ragionata possibile qualora volesse prendere in considerazione uno tra essi.

Iniziamo quindi a presentare e a confrontare i diversi strumenti.

iShares Global Infrastructure UCITS ETF
ISIN IE00B1FZS467, Ticker INFR

Xtrackers S&P Global Infrastructure Swap UCITS ETF
ISIN LU0322253229, Ticker XSGI

BNP Paribas Easy ECPI Global ESG Infrastructure Equity UCITS ETF
ISIN LU1291109293, Ticker EENG

Iniziamo col dire che tutti e 3 i prodotti investono in azioni di società attive nel settore delle infrastrutture a livello globale (paesi sviluppati ed emergenti). Bnp è l’ unico emittente che applica un filtro Esg per scremare le aziende.

A livello di AUM e dunque di dimensione del fondo Ishares vince alla grande; ciò si ripercuote anche sulla liquidità dello strumento, anche qua Ishares fa da padrone; un po’ meno liquido Xtrackers (che però si mantiene abbastanza scambiato), ancora meno liquido Bnp, che ha scambi ridotti seppur in crescita nel 2021. Ishares sicuramente non rischia un delisting, mentre Bnp ha maggiori possibilità a riguardo.

Lato TER, il più economico risulta Bnp con una spesa annua pari allo 0,30%, segue Xtrackers con uno 0,60% e chiude Ishares con lo 0,65%.

Xtrackers è l’unico dei 3 che adatta una replica sintetica tramite swap, ciò potrebbe aumentare un po’ il rischio rispetto agli altri 2 emittenti, i quali adottano replica fisica.

Per quanto riguarda la gestione dei proventi, Ishares è caratterizzato da una distribuzione trimestrale dei dividendi, gli altri 2 sono ad accumulo; da questo punto di vista chi non ha bisogno di entrate periodiche potrebbe favorire questi ultimi 2 per efficientare l’ investimento.

A livello di diversificazione interna, Ishares ha 272 titoli in pancia e risulta il prodotto più diversificato, seguito da Bnp con 100 titoli, Xtrackers è lo strumento più concentrato avendo 75 partecipazioni in totale.

Per quanto concerne l’esposizione geografica, Ishares è il prodotto più sbilanciato verso gli Usa, che pesano un 62%, contro un 40% del Bnp e un 35% di Xtrackers; da questo punto di vista chi vuole sfruttare l’effetto catalizzatore del piano infrastrutturale di Biden potrebbe orientarsi sul primo.

iShares Global Infrastructure

BNP Paribas Easy ECPI Global ESG Infrastructure Equity

Xtrackers S&P Global Infrastructure

A livello settoriale, su Xtrackers spicca rispetto agli altri il settore industriale, con un 41%, mentre Bnp e Ishares danno maggior peso alle utilities (la prima con un 37%, la seconda con un 51%); ciò rende il 1° potenzialmente più spinto, gli altri 2 più conservativi.

Xtrackers S&P Global Infrastructure

BNP Paribas Easy ECPI Global ESG Infrastructure Equity

iShares Global Infrastructure

Per quanto concerne la performance, negli ultimi 3 anni Ishares e Bnp hanno fatto praticamente uguale (32% e 31,5%) e hanno più che raddoppiato Xtrackers (che ha realizzato un 14%). Nell’ultimo anno tuttavia le cose sono andate diversamente, con Ishares che ha restituito uno scarso 7%, a fronte del 14% circa di Xtrackers e Bnp; negli ultimi 6 mesi Xtrackers ha accelerato sulla scia della rotazione settoriale in corso, ed è riuscito a fare leggermente meglio di Bnp (18,23% contro un 17,49%), lasciando Ishares indietro con un +12%.

Come volatilità Xtrackers è il più nervoso, ed è anche il peggiore come rendimento in rapporto al rischio assunto. Bnp nell’ultimo anno è stato il meno volatile e il migliore come rapporto rendimento rischio, ma se andiamo a fare un’analisi più profonda, da entrambi i punti di vista la spunta di poco Ishares.

In definitiva scarterei sicuramente Xtrackers e oggi mi concentrerei su Ishares, continuerei a monitorare però allo stesso tempo le dimensioni e la liquidità di Bnp, anch’esso potenzialmente interessante al di fuori di tali limiti.

Contemplandoli esclusivamente come componenti satellite di portafoglio all’interno di una logica attiva, il maggiore TER di Ishares non è un problema, anzi potrebbero esserlo maggiormente i maggiori costi impliciti di Bnp legati alla sua illiquidità.

Se volessi attivare un piano d’ accumulo considererei esclusivamente Ishares, visto che Bnp essendo più piccolo ha tra l’ altro maggiori probabilità di delisting.

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