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Ma come potrebbe agire un investitore per catturare questo potenziale vento a favore?
La soluzione più semplice è prendere in considerazione degli Etf con focus su tale settore. Etf riferiti alle infrastrutture a livello generale sul mercato italiano ce ne sono pochi, ad oggi, perché se su questo settore dovrebbe scoppiare una moda in futuro, gli emittenti non ci metterebbero troppo tempo a cavalcare l’onda di entusiasmo per confezionare tanti nuovi prodotti con i quali inondare il mercato. Oggi gli Etf disponibili sono 3, e hanno tutti un bel po’ di storico, si prestano molto bene perciò ad un confronto, in modo da capire pregi e difetti di ognuno e aiutare l’ investitore a fare una scelta più ragionata possibile qualora volesse prendere in considerazione uno tra essi.
Iniziamo quindi a presentare e a confrontare i diversi strumenti.
iShares Global Infrastructure UCITS ETF
ISIN IE00B1FZS467, Ticker INFR
Xtrackers S&P Global Infrastructure Swap UCITS ETF
ISIN LU0322253229, Ticker XSGI
BNP Paribas Easy ECPI Global ESG Infrastructure Equity UCITS ETF
ISIN LU1291109293, Ticker EENG
A livello di AUM e dunque di dimensione del fondo Ishares vince alla grande; ciò si ripercuote anche sulla liquidità dello strumento, anche qua Ishares fa da padrone; un po’ meno liquido Xtrackers (che però si mantiene abbastanza scambiato), ancora meno liquido Bnp, che ha scambi ridotti seppur in crescita nel 2021. Ishares sicuramente non rischia un delisting, mentre Bnp ha maggiori possibilità a riguardo.
Lato TER, il più economico risulta Bnp con una spesa annua pari allo 0,30%, segue Xtrackers con uno 0,60% e chiude Ishares con lo 0,65%.
Xtrackers è l’unico dei 3 che adatta una replica sintetica tramite swap, ciò potrebbe aumentare un po’ il rischio rispetto agli altri 2 emittenti, i quali adottano replica fisica.
Per quanto riguarda la gestione dei proventi, Ishares è caratterizzato da una distribuzione trimestrale dei dividendi, gli altri 2 sono ad accumulo; da questo punto di vista chi non ha bisogno di entrate periodiche potrebbe favorire questi ultimi 2 per efficientare l’ investimento.
A livello di diversificazione interna, Ishares ha 272 titoli in pancia e risulta il prodotto più diversificato, seguito da Bnp con 100 titoli, Xtrackers è lo strumento più concentrato avendo 75 partecipazioni in totale.
Per quanto concerne l’esposizione geografica, Ishares è il prodotto più sbilanciato verso gli Usa, che pesano un 62%, contro un 40% del Bnp e un 35% di Xtrackers; da questo punto di vista chi vuole sfruttare l’effetto catalizzatore del piano infrastrutturale di Biden potrebbe orientarsi sul primo.
iShares Global Infrastructure
BNP Paribas Easy ECPI Global ESG Infrastructure Equity
Xtrackers S&P Global Infrastructure
Xtrackers S&P Global Infrastructure
BNP Paribas Easy ECPI Global ESG Infrastructure Equity
iShares Global Infrastructure
Come volatilità Xtrackers è il più nervoso, ed è anche il peggiore come rendimento in rapporto al rischio assunto. Bnp nell’ultimo anno è stato il meno volatile e il migliore come rapporto rendimento rischio, ma se andiamo a fare un’analisi più profonda, da entrambi i punti di vista la spunta di poco Ishares.
In definitiva scarterei sicuramente Xtrackers e oggi mi concentrerei su Ishares, continuerei a monitorare però allo stesso tempo le dimensioni e la liquidità di Bnp, anch’esso potenzialmente interessante al di fuori di tali limiti.
Contemplandoli esclusivamente come componenti satellite di portafoglio all’interno di una logica attiva, il maggiore TER di Ishares non è un problema, anzi potrebbero esserlo maggiormente i maggiori costi impliciti di Bnp legati alla sua illiquidità.
Se volessi attivare un piano d’ accumulo considererei esclusivamente Ishares, visto che Bnp essendo più piccolo ha tra l’ altro maggiori probabilità di delisting.
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