Tra le varie soluzioni proposte per investirci c’erano anche 2 Etf, gli unici sul mercato italiano:
ISIN LU1812091947, Ticker PVX
ISIN LU0322250712, Ticker XLPE
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Sono entrambi Etf azionari che investono su società di private equity a livello globale. Si tratta di 2 prodotti molto longevi, i quali hanno uno storico ampio che copre anche la crisi del 2008, ciò è un vantaggio non da poco, in quanto abbiamo tanti dati a disposizione per poter verificare i loro comportamenti nelle varie condizioni di mercato, potendo fare così un confronto più accurato.
A livello di AUM vince Xtrackers, ciò si ripercuote anche sulla liquidità dei prodotti, con quest’ultimo decisamente più scambiato rispetto al Lyxor. Una curiosità è data dal fatto che gli scambi su Xtrackers sono decisamente cresciuti a partire da novembre 2020 (con l’annuncio del vaccino e la conseguente rotazione settoriale verso titoli più ciclici); anche Lyxor ha avuto un aumento degli scambi da gennaio 2021, tuttavia rimane meno liquido del rivale.
Per ciò che riguarda i costi di gestione, qua si ha un ex aequo, in quanto entrambi costano lo 0,70% annuo di Ter; si tratta sicuramente di costi elevati rispetto alla media degli Etf, ma giustificabili in qualche modo dall’ investimento sottostante molto di nicchia.
Sono entrambi strumenti a replica sintetica (unfunded swap).
Per quanto concerne la gestione dei proventi, Lyxor distribuisce dividendi semestrali, mentre Xtrackers essendo ad accumulo non effettua alcuna distribuzione, bensì reinveste i proventi. A tal proposito chi mira ad ottimizzare la performance di portafoglio e non necessita di entrate periodiche può preferire Xtrackers.
A livello di diversificazione interna, abbiamo a che fare con 2 Etf molto concentrati, che hanno entrambi in pancia giusto 25 titoli.
In tema di diversificazione geografica e valutaria: su Xtrackers fa da padrona l’America, che pesa per la della metà del portafoglio, seguita come importanza da Regno Unito, Svizzera e Francia. Ottima diversificazione valutaria.
Va però anche detto che Xtrackers si è dimostrato più volatile del rivale negli anni. Non che l’ altro scherzi, anzi, occorre infatti ricordare che sono strumenti che durante la crisi del 2008 sono affondati pesantemente, con ribassi nell’ordine di -75% e -85%, dunque ben oltre un ampio indice azionario. Durante l’ ultimo anno la differenza in termini di volatilità si è assottigliata, e ciò contribuisce a premiare Xtrackers come rendimento in rapporto al rischio assunto, tuttavia prendendo dati a 3 e a 5 anni il gap di volatilità risulta più marcato e Lyxor ha la meglio in termini di rendimento corretto per il rischio..
Sono entrambi prodotti indicati a mio avviso per la parte satellite di portafoglio: ad oggi dovendo scegliere fra i 22 preferirei Xtrackers, pur continuando a tenere sott’occhio i dati di entrambi gli strumenti.
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