Investire nel private equity

Mag 15, 2021 | Educational e approfondimenti vari

Un settore molto affascinante di cui spesso si sente parlare bene evidenziandone il potenziale è il private equity: ossia l’ investimento istituzionale in capitale di rischio (azioni) di aziende non quotate in Borsa (da qui il nome private) le quali hanno un elevato potenziale di guadagno.

Se vuoi seguire via social i vari contenuti per non perderti neanche uno, ti consiglio di mettere mi piace alla mia pagina Facebook Francesco Brancatisano Advisor.

Ti invito inoltre a seguirmi sul mio profilo LinkedIn

Gli operatori di private equity (fondi ed altre istituzioni) cosa fanno nello specifico: raccolgono capitali che vanno ad investire in imprese con alte potenzialità di crescita e sviluppo; tuttavia essi non si limitano ad apportare risorse monetarie nelle imprese oggetto d’ investimento, bensì apportano anche professionalità nei vari ambiti d’ intervento, nonchè know-how di ogni tipo e infine una certa notorietà, dal momento che in tanti casi l’ operatore di private equity è un big nell’ ambiente finanziario, dunque un suo ingresso nel capitale di una società non ancora del tutto strutturata, mette quest’ultima sotto i riflettori.

Il private equity è un investimento con logica di medio-lungo termine, proprio per poter permettere alle aziende target di esprimere pienamente il proprio potenziale e fare il salto di qualità. In molti casi l’investimento avviene quando la società da acquisire è ancora neonata, si trova quindi in fase iniziale, di start up; in tal caso si parla di venture capital.

L’ obiettivo dell’ investimento nel capitale privato è quello di valorizzare le società acquisite e rivendere in seguito le partecipazioni con un cospicuo guadagno.

Si tratta di un settore molto ciclico, che ha sofferto molto i primi mesi del 2020, ma che oggi si trova praticamente sui massimi in virtù di un miglioramento delle condizioni economiche. Sicuramente non mancano le potenzialità per far bene anche in futuro: con i tassi d’ interesse ai minimi c’è tanta fame di rendimento, che spinge la domanda di asset alternativi come questo.

Il private equity può essere inoltre un’ interessante veicolo d’ investimento alternativo, per diversificare indirettamente nell’ economia reale, benchè non sia decorrelato dal mercato azionario, anzi, può essere molto più volatile, come vedremo in seguito.

Delineato il contesto introduttivo, vediamo che soluzioni ha l’investitore che volesse prendere in considerazione questo segmento d’ investimento: le soluzioni sono diverse, ma non tutte immediate, per cui qua verranno menzionate quelle più semplici per un risparmiatore comune, non si farà dunque riferimento a fondi chiusi, illiquidi o con controvalori d’ investimento minimi elevati. Restano quindi da prendere in considerazione fondi aperti e azioni di società attive nel private equity.

Una scelta comoda può essere quella di andare su Etf azionari riferiti al settore del private equity: sul mercato italiano esistono 2 con uno storico molto ampio, che copre anche la crisi del 2008.

Lyxor Privex UCITS ETF – Dist
ISIN LU1812091947, Ticker PVX
Xtrackers LPX MM Private Equity Swap UCITS ETF
ISIN LU0322250712, Ticker XLPE
Attenzione alla volatilità di questi assets, che durante la crisi del 2008 hanno subito scossoni importanti: Xtrackers ha avuto un drawdown del 75% circa, mentre ancora più profonda è stata la discesa di Lyxor, che è affondato a -85% circa dai massimi precedenti.

Tra i fondi d’investimento attivi, segnalo la presenza di uno strumento che ha anch’esso uno storico molto ampio (esiste dal 2008), il quale ha realizzato una performance cumulativa che ad oggi supera sia un ampio indice come l’ MSCI World, sia i 2 Etf sopra menzionati:

SEB Listed Private Equity Fund C
LU0385668222
Si tratta in ogni caso di prodotti da maneggiare eventualmente con una porzione minoritaria di capitale.

Un’ altra soluzione per l’ investitore più esperto e intraprendente è lo stock picking su singole società attive nel private equity. I nomi principali dell’industria sono:

  • BLACKSTONE GROUP
  • CARLYLE GROUP
  • KKR
  • INVESTOR AB A
  • INVESTOR AB B
  • BROOKFIELD ASSET MANAGEMENT
  • PARTNERS GROUP
  • ORIX
  • 3I GROUP
  • KINNEVIK AB
  • INTERMEDIATE CAPITAL GROUP
  • ARES CAPITAL CORPORATION
  • APOLLO GLOBAL MANAGEMENT
  • ONEX
  • WENDEL
  • EQT PARTNERS
  • EURAZEO
Se si vuole restare su una realtà italiana si può prendere in considerazione Italmobiliare.

Si tratta in genere di gestori patrimoniali che possono essere molto diversi fra loro come focus d’ investimento, tipo di approccio, specializzazione, aree geografiche e settoriali oggetto d’ intervento. In molti casi si tratta di società attive in più aree degli investimenti alternativi: oltre al private equity  i vari settori d’intervento possono includere il private debt, il credito alternativo (investimenti in pacchetti di prestiti, finanziamenti ecc:) e i real assets (immobili ed infrastrutture). Sul sito di  queste società è possibile monitorare le aziende che questi “contenitori” hanno in portafoglio, in tanti casi ci sono nomi molto conosciuti. Oltre alle partecipazioni dirette, queste società possono investire a loro volta in altri fondi di private equity e degli altri segmenti sopra menzionati.

Se l’articolo ti è stato utile ti invito a mettere mi piace e a condividerlo sui social.

Se vuoi scoprire di più in merito alle logiche con cui integrare strategie attive o pac all’interno di un portafoglio, sottoscrivi uno dei pacchetti di abbonamento riferiti ad un un investitore dinamico, puoi farlo da qua: PORTAFOGLI MODELLO.

Ti ricordo che per ogni dubbio o richiesta di info puoi richiedere una consulenza gratuita.

Qualora vorresti approfondire argomenti come questo o altri di tua preferenza nello specifico, contattami per una coaching individuale su Skype.

DISCLAIMER
L’attività pubblicata nella presente comunicazione non costituisce consulenza personalizzata così come indicato dall’articolo 1 comma 5 septies del decreto legislativo 58/98, così come modificato dal decreto legislativo 167/2007. Chi scrive non conosce le caratteristiche personali di nessuno dei lettori, in specie flussi reddituali, capacità a sostenere perdite, consistenza patrimoniale. Pertanto le analisi, i segnali operativi ed ogni altra informazione o articolo pubblicato hanno carattere puramente informativo e non costituiscono in alcun modo consulenza finanziaria, nè costituiscono sollecitazione del pubblico risparmio, di conseguenza tutti i contenuti sopra riportati vanno intesi come pure e semplici opinioni personali dell’autore. Ogni utente utilizzerà sotto la propria responsabilità le informazioni fornite all’interno della presente comunicazione e pertanto si ribadisce che gli autori si sollevano da ogni responsabilità, compreso, senza limitazioni per danni diretti o indiretti conseguenti all’uso delle informazioni, indicazioni, link suggeriti e contenuti.

AVVERTENZA SUI RISCHI
La negoziazione sui mercati finanziari comporta un alto livello di rischio che potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. L’utilizzo della leva finanziaria crea ulteriori rischi ed esposizioni a perdite. Vi è la possibilità di perdere parzialmente o totalmente il vostro investimento iniziale; non investire denaro che non ci si può permettere di perdere. Educate voi stessi sui rischi associati alla negoziazione dei campi, e se avete dei dubbi chiedere il parere di un consulente finanziario o fiscale indipendente