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Se non avete avuto ancora l’occasione di leggere i precedenti appuntamenti non c’è nessun problema, questo articolo può essere letto indipendentemente dagli altri, anche se il nostro consiglio è di mettervi comodi e di dedicare del tempo alla lettura di questa serie, non ve ne pentirete!
Rischio e Rendimento
“Alpha Factor” è un classico Trading System rotazionale, una categoria che sta riscuotendo sempre più interesse per la loro capacità intrinseca di sapersi adattare alle varie situazioni di mercato. Un rotazionale lavora su un paniere di strumenti e tramite delle regole prefissate genera una classifica, inserendo in portafoglio solo lo strumento (o gli strumenti) che sono in cima alla classifica. A intervalli regolari, la classifica sarà aggiornata e i cambi al vertice della classifica porteranno alle rotazioni degli strumenti all’interno del portafoglio.
Il paniere di “Alpha Factor” è formato dai cinque principali indici fattoriali di MSCI World: Momentum; Quality; Minimum Volatility; Equal Weighed; Value. Mentre la classifica sarà determinata dall’oscillatore PPO opportunamente tarato a 24 mesi, aggiornata alla fine di ogni mese, un filtro a media mobile semplice a 6 mesi completa il quadro delle regole.
In figura 1 potete vedere la linea dei profitti di “Alpha Factor”, nel caso che un investitore fosse entrato con un capitale di 1000€ a gennaio 1998. Il suo andamento è tendenzialmente regolare, ci sono stati degli anni a bassa crescita e dei periodi di forte espansione verso l’alto.
Il fine ultimo di ogni investimento è di realizzare un profitto, pertanto in figura 2 vediamo un istogramma dei rendimenti anno per anno. Già ad occhio la situazione è confortante, gli anni con un guadagno sono la maggioranza, con un rendimento medio annuo del 10% circa a fronte di una deviazione standard del 13% che, ricordiamo, è una delle metriche più usate per quantificare il rischio. Il loro rapporto si attesta su 0.72 che corrisponde all’indice di Sharpe nel caso che il rendimento dello strumento senza rischio sia zero.
Figura 2 – rendimenti annualizzati
Figura 3 – andamento del drawdown
Dove c’è rendimento c’è anche rischio, e la regola non è estranea neanche ad “Alpha Factor”. In figura 3 vediamo la curva del drawdown, una metrica che fornisce una cristallina situazione del rischio associato ad un qualsiasi investimento.
In anni recenti, il drawdown a raggiunto in un paio di occasioni il 15%, durante la guerra dei dazi USA-Cina (dicembre 2018) e all’inizio della pandemia da COVID-19 (marzo 2020). Se per alcuni questi valori possono essere trascurabili, gli echi dal passato ci ricordano che si possono incontrare fasi ben peggior, come quelle conseguenti i periodi di depressione a seguito della bolla DOT COM e dell’11 settembre, oppure alla crisi dei mutui subprime. Il prezzo che “Alpha Factor” chiede all’emotività di un possibile investitore è di saper accettare dei ribassi che possono superare anche il 20% e tempi di ritorno sui massimi di periodo che possono durare anche 5 anni. Inoltre, tutti questi dati sono basati su intervalli mensili, all’interno di un mese i ribassi possono essere anche maggiori.
Non è nostra intenzione spaventare nessuno! Però questi numeri ci portano a consigliare un orizzonte temporale di almeno 5 anni.
Rotazioni di portafoglio
Ora vediamo quali sono gli indici preferiti da “Alpha Factor”. L’istogramma di figura 4 riporta in percentuale la presenza in portafoglio dei cinque indici. I dati sono raggruppati nei due periodi temporali 1999-2009 e 2009-2021, già usati nel primo articolo e dove abbiamo visto come il 2009 è un vero spartiacque per i Trading System.
Figura 4 – frequenza di detenzione degli indici
Il primo periodo vide come vero protagonista l’indice “Value”, il quale è stato in grado di sovraperformare il mercato fino alla vigilia della crisi dei mutui subprime. “Alpha Factor” è riuscito a cogliere questa ciclicità, con “Value” che è stata la sua prima scelta per quasi la metà delle volte.
Il secondo periodo, caratterizzato da un lungo periodo rialzista, la forza di “Value” si è notevolmente affievolita a vantaggio di “Momentum” e “Quality”, due fattori che mostrano i muscoli durante i cicli di crescita economica. Anche il questo caso, “Alpha Factor” ha colto le dinamiche di mercato ed li ha impiegati estensivamente, ben il 65% del tempo.
Questi risultati confermano la capacità del nostro Trading System di saper riconoscere i fattori trainanti del momento e di saperli cavalcare.
Interessante notare l’ultima barra del grafico, il “Cash”. Questo è il caso del filtro a media mobile che entra in azione e tiene fuori dal mercato “Alpha Factor”. Nel periodo 1998-2009, ben il 20% delle volte il filtro si è attivato, concentrato in 2 periodi ben distinti, tra il 2001 e 2003 e nel 2008 e 2009: incredibile notare che il Trading System sia rimasto disinvestito due volte e per 2 lunghi anni, attendendo che le fasi ribassiste dei mercati si concludessero. Nel periodo 2009-2021, il tempo fuori dal mercato è durato solo il 5% delle volte, negli ultimi anni è successo in concomitanza con i massimi drawdown di periodo, nel dicembre 2018 e nel marzo 2020: anche questo è un segno del trend rialzista di lungo periodo iniziato nel 2009.
Tasse e commissioni
La figura 5 riporta la distribuzione dei periodi senza rotazione o, in altre parole, quanti mesi un indice fattoriale può rimanere all’interno del portafoglio prima della sua rotazione.
Figura 5 – distribuzione dei periodi senza rotazione
L’andamento di questo grafico indicativamente ricorda una distribuzione esponenziale, con i valori più alti a sinistra del grafico e una lunga coda a destra. Vediamo alcuni dati caratteristici:
- La mediana di questa distribuzione è 3: ciò significa che le probabilità di mantenere in portafoglio un indice più di 3 mesi consecutivi è del 50%.
- Circa un 7% dei dati si trova oltre i 12 mesi: non è raro incontrare periodi nel quale un indice rimane in portafoglio consecutivamente anche più di un anno.
- Il record di permanenza continua in portafoglio è di ben 26 mesi, stabilito da “Value” tra il 2003 e il 2005.
- Le rotazioni di portafoglio sono state 58, su un totale di 288 mesi.
Questi dati sono fondamentali per poter stimare i potenziali costi commissionali. Uno dei difetti di una strategia attiva è di comprare e vendere gli strumenti finanziari e se non abbiamo un piano di commissioni adeguato rischiamo di annullare tutti i rendimenti attesi. Nel caso di “Alpha Factor”, una mediana di 3 mesi porta ad avere realisticamente 4 rotazioni all’anno che, con una commissione del proprio broker di 5€, ci richiede una spesa di 40€ l’anno.
Le relativamente poche rotazioni permettono di avere una buona efficienza fiscale, le permanenze lunghe in portafoglio lasciano correre i profitti, senza che ci sia un costante drenaggio di liquidità per pagare le tasse. Sulla nostra simulazione con un investimento di 1000€, abbiamo:
- Un incasso lordo di 10°315€, che corrisponde ad un rendimento del 10% annuo;
- 3°253€ di tasse se pagate ad ogni rotazione che genera una plusvalenza;
- Un incasso netto di 6°482€, che corrisponde ad un 8% annuale;
Se fosse possibile pagare le tasse come saldo finale alla chiusura della strategia, il valore sarebbe di 2°422€.
Come implementare la strategia?
Arrivati a questo punto possiamo a buon titolo di conoscere bene il nostro “Alpha Factor”: abbiamo studiato il paniere di indici fattoriali ed individuato le sue caratteristiche salienti; abbiamo impostato un Trading System con tutte le sue regole e fatto la messa a punto dei suoi parametri; abbiamo visto cosa aspettarci in termini di rendimento, rischio e costi.
Ora siamo pronti per andare a mercato, nel prossimo articolo vedremo quali ETF usare.
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