Pimco US Sh-Term Hy Corp Bond EUR Hedged: analisi e prospettive (parte 1)

Ago 17, 2021 | Educational e approfondimenti vari

Ormai tutti gli amanti delle rendite conoscono l’ Etf Pimco US Sh-Term Hy Corp Bond EUR Hedged, molti lo possiedono e altrettanti si chiedono se è conveniente metterlo in portafoglio. Si tratta di uno strumento che investe in bond high yield Usa con scadenze perlopiù brevi, contraddistinto per l’erogazione di cedole con frequenza mensile.

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Per chi ancora non lo conoscesse, riporto il nome completo, isin e ticker:
Pimco US Short-Term High Yield Corporate Bond Index UCITS ETF EUR Hedged Dist
ISIN IE00BF8HV600, Ticker STHE
Negli ultimi tempi sono sempre più ricorrenti le domande circa il prodotto in questione: alcuni non sono soddisfatti dell’andamento di questo Etf e si chiedono se continuare a tenerlo o scaricarlo, c’è chi si chiede addirittura se le cedole vengano pagate con parte del proprio capitale, altri invece sono preoccupati per potenziali rialzi dei tassi d’ interesse che causerebbero un indebolimento della quotazione dell’ Etf, altri ancora sono intimoriti dalla correlazione di Pimco col mercato azionario, temendo storni su quest’ultimo. In questi approfondimenti cercheremo di fare un po’ di chiarezza, analizzando il prodotto alla luce delle attuali condizioni di mercato e in prospettiva futura, fornendo qualche statistica e cercando di rispondere a quelli che sono i dubbi più comuni tra i risparmiatori in merito ad esso.

Iniziamo smontando l’ Etf pezzo per pezzo in modo da ricavare dati e informazioni utili alla nostra operatività.

Pimco US Short-Term High Yield Corporate Bond EUR Hedged è un Etf domiciliato in Irlanda, lanciato sul mercato italiano il 16 ottobre 2013, che mira il più possibile a replicare il seguente indice di mercato: Ice BofAML 0-5 Year Us High Yield Constrained Index, il quale traccia la performance delle obbligazioni societarie a breve termine denominate in dollari statunitensi, con rating inferiore a investment grade, collocate presso il pubblico nel mercato nazionale statunitense, aventi una vita residua inferiore a 5 anni, una cedola fissa e un ammontare minimo in circolazione di 100 milioni di Usd. L’allocazione su un singolo emittente non può superare il 2%.

L’ Etf nella versione oggetto d’ analisi ha il meccanismo di copertura valutaria, quindi cedole e rendimenti arrivano direttamente in €.

Si tratta di uno strumento a replica fisica (a campione), a distribuzione mensile dei proventi, caratterizzato da un Ter annuo dello 0,60%.

Sul sito dell’emittente è indicato che il fondo effettua una replica passiva dell’ indice, tuttavia ciò è vero fino ad un certo punto, in quanto: a) è l’indice stesso ad essere “attivo”, dal momento che viene ribilanciato mese per mese, b) sempre su tale sito viene fatto riferimento ad una metodologia operativa di tipo “smart passive” che punta ad ottimizzare il portafoglio. Conseguentemente si può riscontrare nella parte relativa alla panoramica del fondo, la presenza di un team di gestione, diversamente da quanto accade per altri prodotti gestiti passivamente.

I gestori del fondo sono Matt Dorsen e Graham Rennison.

Per quanto concerne la composizione interna: a livello di esposizione geografica praticamente gli Usa coprono la totalità delle partecipazioni.

In merito al rating creditizio, c’è una parte minoritaria allocata in bond investment grade, ma la parte del leone la fanno i titoli “spazzatura”; con più di metà fondo indirizzato sulle obbligazioni con rating BB, è possibile affermare che la gestione punta sull’ high yield di qualità.

In merito alla tipologia di debito, a differenza dell’ indice di riferimento, incentrato al 100% sulle emissioni high yield, il fondo effettua una maggiore diversificazione, contemplando ad esempio al suo interno emissioni investment grade e strumenti a bassa duration.
Con tutta probabilità tale differenziazione ha lo scopo di migliorare il profilo di rischio, come si può notare anche dall’immagine successiva, relativa alla distribuzione delle scadenza, dove si può vedere che il fondo a differenza dell’ indice è maggiormente sbilanciato sui titoli a più breve scadenza.
La duration effettiva è pari a 1,70, motivo per cui il fondo non dovrebbe soffrire troppo un eventuale rialzo dei tassi d’interesse.

Il rendimento attuale a scadenza è attorno al 5,54%, mentre quello di distribuzione si attesta al 4,76% circa.

L’ andamento del flusso cedolare dall’ avvio del prodotto, mostra una dinamica che nei primi anni è stata rialzista, con picchi ad inizio 2017, mentre in seguito la tendenza sembra essersi invertita (come è possibile riscontrare dagli istogrammi rappresentativi delle cedole pagate, i quali segnano picchi massimi via via decrescenti.

Il portafoglio risulta complessivamente ben diversificato, con 516 posizioni in totale, non siamo quindi in presenza di un fondo concentrato su pochi titoli, sicuramente ciò attutisce il rischio.

l’ Etf come abbiamo visto va un po’ a ruota libera rispetto al benchmark, a prova di ciò possiamo vedere come tra le prime posizioni non ci sono soltanto corporate bond, bensì un mistone di derivati (credit default swap e total return swap), titoli del mercato monetario Usa (Treasury Bills) e debito societario (delle varie Eldorado Resorts, American Airlines, Sprint Corp, Delta Airlines, Hca ecc).
Scavando internamente è possibile rinvenire anche qualche altro strumento finanziario alternativo, ad esempio prestiti bancari.

Tra le altre partecipazioni comuni possiamo trovare: Ford, Bombardier, Tenet Healthcare, Intelsat e Transocean.

Ciò che risalta è che abbiamo molte aziende cicliche all’interno: il fondo è molto incentrato su settori molto sensibili alla pandemia: le linee aeree, le crociere, gli hotel e i casinò, l’ automotive e l’ energia. Di conseguenza è opportuno capire che l’ evoluzione pandemica avrà un impatto non trascurabile sulle quotazioni dello strumento.

Relativamente alle performances, dal lancio ad oggi e senza conteggiare le cedole incassate, non occorre essere geni della finanza per capire che non ha brillato, basta dare uno sguardo al grafico per rendersi conto che dopo quasi 8 anni essere a -17% sul NAV non è certo un gran successo.
Ovviamente se prendiamo le performances total return (ossia conteggiando i dividendi e prendendo in considerazione un loro reinvestimento), le cose vanno diversamente e si sarebbe oggi in guadagno di un 23,5% cumulativo.
Il prodotto ha realizzato un +3,11% da inizio anno. La volatilità sul medio-lungo periodo non è elevata, tuttavia potrebbe soffrire soprattutto scenari di shock esterni, come una crisi, ricadute pandemiche e così via, le quali farebbero impennare i rendimenti dei bond interni erodendone il prezzo.

Graficamente l’ Etf si trova ancora al di sotto dei livelli pre-Covid, ed è inserito in quello che sembra un prolungato box laterale, accompagnato da una compressione di volatilità. Come livelli di supporto è possibile monitorare le seguenti aree: 83,40, 83,23 e 82,80, mentre sopra la resistenza posta a 84,79 ci sarebbe spazio per ulteriori allunghi rialzisti in presenza di movimenti direzionali e di qualità.

Per questa parte è tutto, a breve verrà pubblicata in anteprima sul mio gruppo Facebook, ecco il LINK per iscriverti se non vuoi perdertela, una seconda parte dell’approfondimento, dove si cercherà di andare più sul pratico, rispondendo ad alcune domande frequenti su tale Etf e cercando di offrire spunti operativi per orientare al meglio l’ investitore in merito a come comportarsi con tale strumento.

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