Se non sai quanta percentuale del tuo patrimonio dedicare all’obiettivo crescita del capitale, è perché non hai ancora scaricato la GUIDA GRATUITA disponibile sulla home del mio sito; basterà andare alla HOME e a sinistra troverai l’opzione: SCARICA LA GUIDA GRATUITA.
Se vuoi seguire via social i vari contenuti per non perderti neanche uno, ti consiglio di mettere mi piace alla mia pagina Facebook Francesco Brancatisano Advisor.
Per rispondere a tali domande, la parola chiave è sempre diversificazione: non essendo dei maghi e non prevedendo il futuro, l’obiettivo è quello di sbagliare il meno possibile, perciò innanzitutto operiamo con strumenti diversificati, senza rischio specifico, che non possono quindi fallire, almeno per la grossa parte del nostro portafoglio, dunque perlopiù con strumenti a replica passiva come gli Etf.
Diversifichiamo poi anche a livello di sottostanti, andando a coprire le principali classi di attivo quali azionario, obbligazionario (coprendo le diverse tipologie di strumenti che fanno parte di entrambe), liquidità, valute e oro (o materie prime in generale).
Tutto ciò per sfruttare la decorrelazione presente tra alcuni di questi asset per cui all’aumentare di uno tende a diminuire l’ altro. E’ questo un aspetto molto importante per contenere il rischio.
Ad esempio i titoli di Stato Usa tendono a salire quando le azioni scendono; tutto ciò deriva dalla teoria della liquidità vista come un insieme di vasi comunicanti, la quale quando si sposta da una parte deve andare necessariamente su un’ altra, ne ho parlato qui: perchè è fondamentale diversificare.
Scelte le asset class su cui operare, è possibile adottare un approccio di tipo globale, o costruire dei singoli portafogli riferiti ognuno ad una diversa area geografica, ad esempio uno sull’Europa, uno sull’America ecc.
Anche a livello di strategie da attuare vale la regola della diversificazione, per cui nella parte d’ investimento relativa alla ricerca di rendimento andiamo a lavorare con più strategie, diversificando anche per tipologie: abbiamo infatti strategie di tipo passivo, di cui ho parlato più volte presentando alcuni modelli, che si limitano a comprare e tenere (prevedono poche operazioni d’intervento), combinate ad altre di tipo attivo, che cercano di cogliere le tendenze dei mercati, intervenendo maggiormente rispetto a quelle passive, con lo scopo di fare meglio di quest’ultime, ma che sono attuabili anche dedicando loro pochi minuti al giorno, alla settimana o al mese a seconda del tipo di strategia.
Le strategie attive che dati alla mano funzionano meglio su sottostanti quali gli Etf sono quelle di tipo trendfollowing (che cercano di cavalcare una tendenza rialzista) e quelle di tipo rotazionali basate sulla forza relativa (che ruotano gli asset in portafoglio inserendo quelli più in forma).
Infine è possibile fare anche una diversificazione a livello di rischio, combinando, a seconda della propria propensione al rischio, strategie più tranquille ad altre più aggressive.
Ti ho spiegato quindi qual è il modo con cui procedo per costruire una strategia orientata all’ottimizzazione del rendimento, se l’articolo ti è stato utile ti invito a mettere mi piace e a condividerlo sui social.
Se ti va di capirne di più in merito alle logiche con cui costruisco strategie attive e passive ed al modo in cui le combino fra di loro, ti invito a scegliere quello che è il pacchetto di abbonamento che ritieni più adatto a te fra i tanti sottoscrivibili, puoi farlo da qua: portafogli modello , ricordandoti che c’è la possibilità di usufruirne gratuitamente per un periodo di 30 giorni, avendo a disposizione un portafoglio modello, un primo report e completa assistenza su ogni aspetto.
Ti ricordo infine che per ogni dubbio o richiesta di info puoi richiedere una consulenza gratuita.