Nuovo Btp Futura quarta edizione: conviene?

Nov 6, 2021 | Educational e approfondimenti vari

Dopo i primi 3 collocamenti avvenuti rispettivamente a luglio 2020, novembre 2020 e aprile 2021, ecco che il MEF si avvia a lanciare la quarta edizione del Btp Futura, il titolo di Stato pensato esclusivamente per il risparmiatore retail. Lo Stato italiano approfitta dunque del periodo di tassi bassi per indebitarsi a lungo termine e finanziare le misure adottate del Governo per sostenere la crescita economica del Paese.

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Il codice ISIN del nuovo Btp Futura è il seguente: IT0005466344

Il collocamento avrà luogo tra lunedì 8 novembre e venerdì 12 novembre, chi acquista durante questi giorni non pagherà la commissione d’ acquisto.

Si tratta di un Btp la cui scadenza è lontana, pari a 12 anni (2033). La durata è più lunga rispetto alle prime 2 edizioni (che duravano rispettivamente 8 e 10 anni), ma più corta rispetto all’ultima dello scorso aprile, che aveva durata pari a 16 anni.

Esso verrà quotato sul mercato MOT di Borsa Italiana e sarà sottoscrivibile con un taglio minimo di 1000 € e per multipli di esso.

Allo stesso modo delle 3 precedenti edizioni, anche questo Btp si presenta con una struttura cedolare alternativa: è sempre a tasso fisso, ma prevede cedole crescenti nel corso degli anni (meccanismo step up); nello specifico il nuovo Btp Futura prevede cedole pagate semestralmente, con tassi minimi garantiti dello 0,75% per i primi 4 anni, dell’1,25% dal 5° all’ 8° anno e dell’1,70% dal 9° al 12° anno.

C’è da considerare che questi tassi sono al lordo delle tasse, già perché i vari proclami politici che promettevano titoli di Stato a tassazione agevolata o addirittura nulla per fronteggiare l’emergenza Covid sono stati messi da parte, quindi niente agevolazioni e tassazione al 12,5% come per gli altri titoli di Stato.

Al termine del collocamento verranno comunicati i tassi definitivi, i quali non potranno scendere sotto quelli minimi previsti, a questo proposito molto dipenderà dal grado d’interesse con cui verrà accolta quest’ emissione.

Anche in tal caso, come nella precedente emissione, abbiamo un doppio premio fedeltà: una prima tranche del premio verrà erogata al termine dei primi 8 anni di vita del titolo a coloro che hanno detenuto lo stesso in maniera continuativa sin dalla sua emissione, essa sarà compresa tra un minimo dello 0,4% del capitale investito ed un massimo dell’1,2%, in base al tasso medio annuo di crescita del PIL italiano rilevato nei primi 8 anni di vita del titolo. La seconda tranche del premio fedeltà verrà erogata al termine dei 12 anni (scadenza del titolo) , ne avranno diritto coloro che hanno detenuto questo Btp ininterrottamente dalla sua emissione alla sua scadenza; questa seconda parte di premio includerà 2 componenti: una prima calcolata in base alla media del tasso di crescita del PIL registrata nei primi 8 anni, e compresa tra un minimo dello 0,6% ed un massimo dell’1,8%, ed una seconda tarata sulla crescita dell’ economia italiana dal nono al dodicesimo anno, in questo caso con un pavimento dell’ 1% ed un tetto massimo del 3%.

Qual è quindi il rendimento di questo Btp nei diversi scenari?

Prendendo i 2 scenari estremi, ovvero di un risparmiatore che compra in emissione portando a scadenza con, in un caso il premio fedeltà minimo e nell’ altro quello massimo abbiamo: nel primo caso un rendimento lordo dell’1,40%, che netto diventa l’ 1,225%, nel secondo caso un 1,73% lordo (1,51% netto).

E’ opportuno sottolineare come soprattutto la cedola degli ultimi 3 anni di vita (1,70%) appare più generosa rispetto alle attese. Il titolo offre uno spread di rendimento dello 0,20% circa rispetto al titolo di Stato gemello, ossia quello con scadenza 12 anni già quotato.

Sicuramente il rendimento, in condizioni di spinta dell’economia italiana, può essere abbastanza in riferimento al contesto attuale, arricchito dalla componente premio fedeltà, ed è anche vero che guardandosi intorno non è che si trovi di meglio restando su titoli con caratteristiche simili (ossia all’ interno del perimetro europeo e in assenza di rischio cambio), va anche detto però che, almeno dal mio punto di vista, fare il cassettista su un titolo con scadenza lontana 12 anni, emesso in un contesto di tassi a zero che dura da un bel po’, anche se l’inflazione annuale nel mese di ottobre segna un +2,9% (buone probabilità di rendimento reale negativo), emesso perdipiù dal terzo paese più indebitato al mondo (pur con le prospettive di rating che sembrano migliorare), rappresenta un rischio che non ritengo opportuno cogliere, anche perché non compensato dal rendimento.

Se proprio voglio fare il cassettista a questo punto, esistono strumenti garantiti dallo Stato come i conti deposito, con rendimenti magari poco sotto quelli del Btp in questione, ma con una scadenza molto inferiore, di breve-medio termine (3-5 anni), in alcuni casi anche svincolabili prima qualora ci fosse necessità.

A parte chi vuole comprare questo Btp per ragioni di patriottismo, esso si potrebbe valutare anche in ottica di un approccio dinamico di gestione della liquidità, comprandolo in emissione (a 100 e senza costi commissionali) per rivenderlo alcuni giorni dopo, cercando di strappare un 1-1,50% in seguito ad un suo potenziale apprezzamento dovuto all’entusiasmo presente durante i primi giorni (il buon flusso cedolare e una politica ancora accomodante della BCE potrebbero aiutare in questo senso). Si tratta di un’operazione a basso rischio che è possibile valutare, magari impostando un limite temporale alla durata (ad esempio compro e rivendo tra un mese, anche in assenza di guadagno).

Per il resto personalmente non lo prenderei in considerazione.

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