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Tra i recenti provvedimenti più impattanti ci sono le stringenti normative sul settore dell’istruzione, con l’annuncio delle autorità governative cinesi del divieto dell’ insegnamento a scopo di lucro nelle materie scolastiche di base, con limiti agli investimenti stranieri nel settore. E’ stato infatti indicato che le istituzioni cinesi che offrono servizi di tipo educativo (tutoring) a pagamento saranno registrate come organizzazioni senza scopo di lucro oltre al fatto che non verranno concesse nuove licenze.
Per capire l’impatto di questa notizia basta dare un’ occhiata al grafico di alcune ADR quotate al NYSE: prendiamo ad esempio Tal Education Group, il titolo aveva segnato dei massimi a circa 91 lo scorso febbraio, in questi giorni quota attorno a 6.


Ancora, New Oriental Technology è passato da 20 a 2.

A tal proposito è doveroso menzionare anche l’attuale vicenda della società Didi (la Uber cinese), probabilmente una tra le peggiori IPO nella storia americana. Una IPO che ha fatto parecchio arrabbiare il governo cinese, che ha risposto minacciando multe e delisting verso la compagnia.
In tutto ciò il comparto tech del Dragone ha perso oltre un trilione di dollari di capitalizzazione da febbraio ad oggi.
Se vuoi approfondire le vicende delle big tech cinesi, e come si sia arrivato a questo clima, ti rimando a questo interessante articolo
Delineata quella che è la situazione del mercato cinese, passiamo a qualche considerazione operativa: cosa fare adesso? Chi ha acquistato recentemente deve vendere in perdita? Chi ha liquidità ha davanti una grande occasione d’ acquisto? Entrare subito o poco per volta? Quali strumenti prendere in considerazione per operare sul mercato cinese?
Iniziamo col dire che gli eventi che si stanno verificando sono tutt’altro che banali; ricordiamo infatti che la Cina è un paese di impronta statalista, con lo Stato che ha un ruolo attivo nell’ indirizzare l’economia, motivo per cui ai recenti risvolti bisogna dare un certo peso; sottovalutarli sarebbe un errore. Detto ciò però è anche vero che il mercato sta prezzando un sacco di scenari negativi in questo momento, se si trovassero delle mediazioni, anche solo parzialmente, a mio avviso ci sarebbero i presupposti per una risalita delle quotazioni, infatti se da un lato può essere positivo riportare in equilibrio delle situazioni di potenziale eccesso, dall’altro ritengo che eccessivi tira e molla non farebbero bene a nessuno.
A fronte di ciò vedo nei listini cinesi una potenziale opportunità di medio-lungo termine.
Di conseguenza, per chi ha delle posizioni già aperte e in sofferenza, ritengo che questo sia il momento peggiore per vendere. In questi casi bisogna ricordare la celebre frase di Warren Buffett: “quando tutti hanno paura, è il momento di essere avidi”. Detto ciò, chi è già dentro e ha liquidità da investire, può cercare di iniettare una parte di essa su tale mercato, magari frazionando gli ingressi, a patto di non aumentare a dismisura l’esposizione verso esso, ma cercando di rimanere per quanto possibile coerenti con la propria asset allocation.
Chi ha attivo un piano d’ accumulo, potrebbe accogliere quasi come positivo questo storno, non adoperando nessuno stravolgimento; al limite si potrebbe cercare qualche acquisto aggiuntivo con l’obiettivo di abbassare maggiormente il proprio prezzo medio di carico.
Allo stesso modo chi ha della liquidità che vorrebbe allocare, sia in ottica strategica che tattica, potrebbe accogliere positivamente tale ribasso, che offre l’ occasione per entrare a prezzi di saldo. Ovviamente è sempre opportuno ribadire che vista l’impossibilità di capire fino a quanto si protrarrà tale ribasso, e dunque di identificare l’ area di minimi, è più saggio effettuare degli ingressi pianificati e scaglionati. A titolo di esempio è possibile entrare con un 50% della posizione e poi fare altri 2-3 ingressi su una potenziale debolezza successiva, con una logica del tipo “se scende di una percentuale X, entro con una percentuale Y”. L’ingresso nella posizione è dunque modulabile a proprio piacimento (come anche l’uscita), non c’è una strada migliore di un’altra, quello che si può fare al limite per cercare di ottimizzare l’ entrata consiste nel cercare un ingresso più sostanzioso in corrispondenza di una percentuale di drawdown dalla quale statisticamente il mercato tende a rimbalzare.
Abbiamo capito che l’azionario cinese può offrire una buona occasione d’ acquisto, giunti a questo punto occorre capire quale strumento considerare per esporsi a tale asset.
Personalmente ritengo che un investimento specifico come questo sia da lavorare nella parte satellite di portafoglio; visto che da tale porzione di portafoglio cerco di estrapolare per quanto possibile dell’extrarendimento, dovrò cercare qualcosa che sia in grado di fornirmelo questo extrarendimento, ossia un prodotto con una certa volatilità. Rimanendo nel campo degli Etf, soluzione molto comoda per un risparmiatore, tra gli strumenti più pepati con focus sulla Cina spicca il seguente:
ISIN IE00BFXR7900, Ticker KWEB
Oltre a Kraneshares, chi è più aggressivo può valutare ad esempio:
ISIN IE00BMWXKN31, Ticker HSTE
ISIN IE00BFYN8Y92, Ticker EMQQ
ISIN LU2265794276, Ticker CIT
ISIN IE00BM8QS095, Ticker MCHT
ISIN IE00BKPJY541, Ticker KSTR
ISIN LU0779800910, Ticker XCHA
ISIN IE00BKM4GZ66, Ticker EIMI
ISIN LU1681044480, Ticker AASI
ISIN IE00B5L8K969, Ticker CSEMAS
ISIN IE00B466KX20, Ticker EMAE
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