Investire nell’energia nucleare: Global X Uranium Etf ai raggi X

Ott 14, 2021 | Educational e approfondimenti vari

Dopo anni di silenzio, negli ultimi tempi si sente nuovamente parlare del nucleare: esso è da sempre un tema che divide, ci sono i favorevoli e i contrari; tuttavia ciò che è oggettivo è che di recente l’industria dell’ uranio, elemento chimico usato nelle applicazioni civili principalmente come combustibile per alimentare i reattori delle centrali nucleari, sta avendo un exploit rialzista dopo anni di profonda crisi, soprattutto in seguito all’incidente di Fukushima.

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Al di là delle opinioni personali in merito, per chi volesse cercare di capitalizzare questa tendenza rialzista, segnalo la presenza di un prodotto su tutti:
Global X Uranium ETF
ISIN: US37954Y8710 TICKER: URA
E’ opportuno sottolineare che tale Etf non esiste sul mercato italiano, ma solo su quello statunitense; tuttavia segnalo il prodotto per 2 motivi, 1) in quanto alcuni investitori potrebbero comunque avere accesso al mercato Usa, 2) perché se l’ Etf in questione continuerà ad avere successo non escludo possa presto approdare in Italia, cosicché l’ investitore si trovi già preparato al momento opportuno.

Vediamo quindi di smontare questo Etf pezzo per pezzo, in modo da ricavare dati e informazioni utili alla nostra operatività.

Global X Uranium è un Etf domiciliato in Usa e lanciato sul Nyse Arca il 4 novembre 2010, che investe in una gamma di società globali coinvolte nell’ estrazione di uranio e nella produzione di componenti nucleari, comprese le imprese di estrazione, di raffinazione, esplorazione o produzione di attrezzature per l’uranio e le industrie nucleari.

Si tratta di uno strumento a replica fisica, a distribuzione semestrale dei proventi, e caratterizzato da un Ter annuo dello 0,69%.

L’ Etf in questione replica il Solactive Global Uranium & Nuclear Components Total Return, un indice focalizzato sulla filiera dell’uranio e del nucleare, che segue come tutti delle precise regole di costruzione, con determinati requisiti di capitalizzazione e liquidità a cui devono sottostare le aziende sottostanti; il ribilanciamento avviene con periodicità trimestrale.

Fatte queste considerazioni, vediamo ora qualche dato sull’ Etf oggetto d’ analisi.

Le prospettive future di esso dipenderanno più che altro dalla domanda che ci sarà per l’ energia nucleare, variabile questa su cui personalmente non mi sbilancio a fare previsioni.

Il prodotto in questione ha realizzato un +70% nel corso del 2021 e un +134% circa nell’ultimo anno. Il trend di fondo è ampiamente rialzista, con una struttura di massimi e minimi crescenti. Il recente ritracciamento dai massimi registrati lo scorso settembre pare essere terminato, con lo strumento che sembra diretto verso nuovi massimi.

Si tratta di un Etf con una volatilità molto elevata, basta pensare che l’ escursione di prezzo tra i minimi di marzo 2020 e i recenti massimi è stata di un 315% circa.

Ciò significa che il fondo è sui massimi storici? Neanche per idea, anzi, ne ha ancora di strada da fare per raggiungerli, dato che esso in Usa esiste dal lontano 2010, e l’andamento non è stato sempre così felice.
Ecco il grafico storico a prova di quanto detto.

A febbraio 2011 l’Etf ha battuto dei massimi a 134,52, con un drawdown complessivo di quasi il 95%. Detto questo è possibile decretare che l’ unica certezza di chi compra questo prodotto è la volatilità attesa. Dai livelli attuali lo strumento deve realizzare ancora un +420% e passa per tornare sui massimi.

Per quanto riguarda la composizione interna: a livello settoriale abbiamo il grosso dell’ esposizione sui materiali, con una quota minoritaria su altri settori ciclici quali energia e industria.

Relativamente all’esposizione geografica, il Canada fa da padrone, subito dopo abbiamo Australia e Kazakistan. C’è dunque uno sbilanciamento valutario sul dollaro canadese.
L’intero portafoglio è composto da 45 titoli, la concentrazione è pertanto elevata, anche perché le prime 5 posizioni pesano per oltre il 50% sul totale. I titoli più rappresentativi sono la canadese Cameco, più grande azienda di uranio al mondo, e Kazatomprom, prima per produzione di uranio al mondo, controllata dallo Stato attraverso il Fondo Sovrano del Kazakistan.
In definitiva, si tratta di un prodotto che negli ultimi anni ha avuto un andamento complessivo deludente. Sulle possibilità di risollevarsi in futuro molto dipenderà dalle dinamiche dell’ energia nucleare, tema su cui oltre alle questioni economiche impattano anche questioni politiche e sociali. Aggiungo inoltre che la tendenza verso tematiche Esg e cose di questo tipo sicuramente non aiuta. Rimane un Etf esplosivo a livello di volatilità, da maneggiare con cura, esclusivamente di uso tattico date le caratteristiche, perciò da lavorare nella parte satellite di portafoglio o al limite tramite un piano d’accumulo.
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