I mercati obbligazionari di frontiera sono un’ asset class esotica e molto di nicchia. Dal momento che si tratta di un segmento di difficile accesso sicuramente non rappresentano una soluzione molto diffusa nei portafogli d’ investimento dei privati, rimanendo per la maggior parte appannaggio di investitori istituzionali.
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Questa asset class può essere interessante per via della sua flessibilità d’ impiego, dal momento che si presta bene ad essere lavorata sia per generare reddito (attraverso l’importante incasso cedolare), sia per generare rendimento attraverso l’ incremento di prezzo dei bond presenti all’ interno.
Per coprire questo segmento di mercato occorre andare su fondi comuni d’ investimento o Sicav, poichè attualmente non esistono ad esempio Etf sul mercato italiano con simile focus. Ciò non deve essere visto come un limite, dal momento che in mercati tendenzialmente inefficienti come quelli di frontiera, un bravo gestore attivo può ancora fare la differenza.
Nell’ approfondimento odierno andiamo a vedere proprio uno strumento di questo tipo: si tratta di un veicolo della casa d’investimento scozzese Aberdeen.
ISIN: LU0963865083
Aberdeen Frontier Markets è una Sicav domiciliata in Lussemburgo, lanciata sul mercato il 25 settembre 2013. Come si legge dal prospetto informativo: il fondo investe almeno due terzi di patrimonio in obbligazioni emesse da società, governi o altri organismi situati in paesi dei mercati di frontiera (quelli inclusi nel NEXTGEN Frontier Markets Index). Le obbligazioni possono avere qualsiasi rating e di norma sono denominate nella valuta dei Paesi in cui sono emesse. Oltre il 50% del fondo viene investito in obbligazioni di qualità sub-investment grade.
Si tratta di una Sicav disponibile su più classi, la classe analizzata in tale articolo si caratterizza per essere a distribuzione mensile dei proventi e per avere costi annui dell’1,79%. In teoria il prospetto informativo indica delle potenziali spese d’ ingresso del 5% massimo, tuttavia è possibile azzerare queste ultime acquistando il fondo attraverso un distributore online (ad esempio Onlinesim). Il lotto minimo d’ investimento è pari a 1.000 $.
Il profilo di rischio indicato è di 4 su 7.
Il fondo non utilizza nessun benchmark come riferimento per la composizione del portafoglio. Un parametro di riferimento coerente potrebbe essere considerato il NEXTGEM. Il processo d’ investimento integra tra l’ altro considerazioni di carattere ambientale, sociale e di governance (ESG). E’ possibile l’utilizzo di strumenti derivati, sia per gestire i rischi sia per finalità speculative.
Il gestore del fondo è Kevin Daly.
Per quanto concerne la composizione interna: a livello di esposizione geografica l’Egitto fa da padrone, seguito da Angola e Nigeria.
Dal suo lancio ad oggi ha prodotto una performance cumulata del 77,39%; la performance annualizzata è stata del 7,59% (paragonabile a quella di un indice azionario), a fronte di una volatilità del 10,68%. I dati si intendono total returns.
Il fondo si trova ancora al di sotto dei massimi pre-Covid (non conteggiando un eventuale reinvestimento delle cedole); per il recupero dei precedenti massimi e la registrazione di nuovi record, molto dipenderà dalle scelte di bond picking del gestore oltre che dal contesto generale dei paesi oggetto d’investimento, inclusi miglioramenti nei fondamentali macroeconomici e nella lotta al Covid, i quali darebbero sprint ai bond interni al fondo; da non sottovalutare inoltre l’impatto delle dinamiche valutarie sulla Sicav in questione, sia del dollaro Usa che delle valute di frontiera.
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