Crollo di Ferrari: come sfruttarlo

Mag 10, 2021 | Educational e approfondimenti vari

Qualche giorno fa il titolo Ferrari ha perso più dell’ 8% in una singola giornata di contrattazione. Cos’è successo esattamente? La casa automobilistica di Maranello ha comunicato i conti del primo trimestre; molti a questo punto penseranno che i dati sono stati peggiori delle attese, con diminuzione degli utili, dei ricavi e delle consegne. Nulla di tutto ciò, anzi, l’ utile netto è aumentato (più delle previsioni degli analisti), i ricavi sono aumentati (questa volta meno delle attese) e anche le consegne sono cresciute.

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Cos’è che allora ha spaventato gli investitori? Semplice, il fatto che per via delle incognite legate alla pandemia, gli obiettivi prefissati per il 2022 sono stati posticipati di un anno.

Questo ribasso a mio avviso rappresenta un’ occasione d’ acquisto, anche perché se uno ragiona un minimo: l’ azienda non è la stessa di alcuni giorni fa? Non è sempre uno dei brand più storici, esclusivi, potenti e amati al mondo?

Ecco, in casi come questo, con il titolo che dai massimi a 191,30 dello scorso gennaio è sceso di un 14,5% circa, fino a 163,40 (livelli pre Covid), la debolezza deve essere vista come un’ opportunità di acquistare a prezzi più convenienti (un po’ come quando ci sono i saldi).

Delineata la convenienza ad acquistare, occorre vedere ora quali strumenti prendere in considerazione: per rispondere a questa domanda occorre valutare alcuni elementi soggettivi: che aspettative si hanno sul titolo, che orizzonte temporale e grado di rischio abbiamo, solo per citare le variabili principali.

Se vogliamo adottare un’ operatività da investimento, possiamo andare o direttamente sul titolo, e Ferrari per il marchio che rappresenta è uno di quelli su cui si può fare tranquillamente il cassettista, oppure ci si può dare un target di prezzo (o di tempo) e uscire dalla posizione una volta raggiunto. Tuttavia in queste occasioni di discesa del prezzo accompagnate da un aumento della volatilità può essere preferibile andare invece che sull’ azione, sui certificati d’ investimento che hanno Ferrari come sottostante. Un certificato con barriera infatti può risalire di prezzo anche se Ferrari rimane sui livelli attuali, basta che si plachi la volatilità.

A tal proposito si potrebbe buttare un occhio su questo di Unicredit:

DE000HV4JR02

Si tratta di un top bonus che si compra attualmente a 98,15, che ha strike a 179,50 e barriera europea al 75% (protegge fino a 134,625). La scadenza è a dicembre 2022, momento in cui se il titolo non si trova sotto barriera, ossia non avrà preso più del 25% dallo strike iniziale, il certificato rimborserà 109. Si può sfruttare questo strumento come asset allocation tattica, senza dover per forza portare a scadenza; anche la costruzione dell’ operazione è molto flessibile, si può entrare in un’ unica soluzione o in più tranche, cercando di sfruttare una potenziale continuazione del ribasso per effettuare nuovi ingressi.

Oltre a ciò tale prodotto è efficiente fiscalmente, ed un’ eventuale differenza positiva tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita potrebbe essere usata per compensare le minusvalenze pregresse. Anche l’ eventuale bonus a scadenza sarebbe reddito diverso e permetterebbe il recupero delle minusvalenze.

Chi invece ha un approccio più speculativo, può cercare di costruire delle posizioni di trading sul titolo, avendo più cura del timing d’ ingresso e ricordandosi che si tratta di un sottostante che reagisce bene a logiche di breakout. Se l’ approccio speculativo è accompagnato da aspettative fortemente rialziste, può essere interessante valutare (per chi è più esperto) un’ operatività su derivati: opzioni, covered warrant, certificati turbo ecc..

L’ importante è essere consapevoli di cosa si sta facendo, controllando sempre il rischio e calibrando bene il controvalore investito.

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