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Questo ribasso a mio avviso rappresenta un’ occasione d’ acquisto, anche perché se uno ragiona un minimo: l’ azienda non è la stessa di alcuni giorni fa? Non è sempre uno dei brand più storici, esclusivi, potenti e amati al mondo?
Ecco, in casi come questo, con il titolo che dai massimi a 191,30 dello scorso gennaio è sceso di un 14,5% circa, fino a 163,40 (livelli pre Covid), la debolezza deve essere vista come un’ opportunità di acquistare a prezzi più convenienti (un po’ come quando ci sono i saldi).
Delineata la convenienza ad acquistare, occorre vedere ora quali strumenti prendere in considerazione: per rispondere a questa domanda occorre valutare alcuni elementi soggettivi: che aspettative si hanno sul titolo, che orizzonte temporale e grado di rischio abbiamo, solo per citare le variabili principali.
Se vogliamo adottare un’ operatività da investimento, possiamo andare o direttamente sul titolo, e Ferrari per il marchio che rappresenta è uno di quelli su cui si può fare tranquillamente il cassettista, oppure ci si può dare un target di prezzo (o di tempo) e uscire dalla posizione una volta raggiunto. Tuttavia in queste occasioni di discesa del prezzo accompagnate da un aumento della volatilità può essere preferibile andare invece che sull’ azione, sui certificati d’ investimento che hanno Ferrari come sottostante. Un certificato con barriera infatti può risalire di prezzo anche se Ferrari rimane sui livelli attuali, basta che si plachi la volatilità.
A tal proposito si potrebbe buttare un occhio su questo di Unicredit:
DE000HV4JR02
Oltre a ciò tale prodotto è efficiente fiscalmente, ed un’ eventuale differenza positiva tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita potrebbe essere usata per compensare le minusvalenze pregresse. Anche l’ eventuale bonus a scadenza sarebbe reddito diverso e permetterebbe il recupero delle minusvalenze.
Chi invece ha un approccio più speculativo, può cercare di costruire delle posizioni di trading sul titolo, avendo più cura del timing d’ ingresso e ricordandosi che si tratta di un sottostante che reagisce bene a logiche di breakout. Se l’ approccio speculativo è accompagnato da aspettative fortemente rialziste, può essere interessante valutare (per chi è più esperto) un’ operatività su derivati: opzioni, covered warrant, certificati turbo ecc..
L’ importante è essere consapevoli di cosa si sta facendo, controllando sempre il rischio e calibrando bene il controvalore investito.
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