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Si tratta di un Etf che a marzo 2020 in pieno crollo si comprava a 4,63 € (valore minimo raggiunto) e circa dieci mesi dopo aveva raggiunto valori massimi di 15,77 €, con un rialzo quasi verticale tra dicembre ed inizio gennaio; di fatto lo strumento ha avuto un’ escursione complessiva tra valori minimi e massimi di un 241% circa. Vale a dire che 10.000 € sarebbero divenuti quasi 30.000 (già comprensivi delle tasse pagate).
Essendo legato al business dell’ energia pulita ha delle prospettive indubbiamente interessanti e ci sono tutte le carte in regola affinché tale strumento continui a far bene, dal momento in cui:
a) si tratta di un megatrend che sta già attirando un sacco di capitali, con governi ed istituzioni che incentivano e promuovono sempre più politiche “green”. Basta guardare la crescita delle emissioni di obbligazioni e di fondi green per rendersi conto che si tratta di un qualcosa verso cui difficilmente si può sfuggire in futuro.
b) In aggiunta alle considerazioni precedenti c’è da evidenziare tutto l’aspetto relativo al sempre maggiore interesse verso il concetto di sostenibilità, che anche qua si ricollega ad un vero boom di prodotti etici, sostenibili, ESG, SRI ecc.
La corrente favorevole è data quindi dalla tendenza strutturale e dal fattore etico. Di conseguenza gli ingredienti per fare bene nel lungo termine sicuramente non mancano, ma ragionando più sul breve termine e alla luce del contesto attuale, su questo Etf vanno fatte alcune considerazioni.
In primo luogo si tratta di uno strumento che ha spinto tanto negli ultimi mesi, ma che ha iniziato a dare segnali di cedimento (cosa del tutto normale). Dal massimo di inizio anno ha infatti avuto un ribasso del 34% circa.
L’ Etf in questione è molto concentrato: infatti investe in 30 titoli, dei quali solo i primi 10 pesano per più del 50% del totale, con la posizione più importante (Plug Power) che da sola vale il 10% circa del portafoglio.
C’è un’ottima diversificazione valutaria, mentre l’ esposizione settoriale è sbilanciata sulle utilities, al 2° posto abbiamo la tecnologia, settori che hanno sofferto di recente, ciò ha pesato molto nell’ attuale fase di rotazione settoriale verso titoli value e ciclici, e potrebbe rappresentare una bomba ad orologeria in un contesto prolungato di aspettative rialziste sui tassi d’ interesse.
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