Ishares Global Clean Energy ai raggi X

Mar 20, 2021 | Educational e approfondimenti vari

C’è un Etf sul mercato italiano che esiste sin dal 2007, ma la cui popolarità è di fatto esplosa negli ultimi mesi. Si tratta di Ishares Global Clean Energy, un prodotto che se si va a guardare qualche statistica, figura praticamente da mesi come l’ Etf più scambiato sul mercato italiano.

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Ma perchè tutta questa popolarità all’ improvviso? Basterà guardare il grafico sottostante per darsi la risposta.
In breve Clean Energy è un Etf azionario settoriale e tematico allo stesso tempo, che si focalizza sui principali titoli dell’energia pulita a livello globale. Esso adotta una replica fisica e distribuisce un dividendo semestrale. Il Ter è dello 0,65% annuo.

Si tratta di un Etf che a marzo 2020 in pieno crollo si comprava a 4,63 € (valore minimo raggiunto) e circa dieci mesi dopo aveva raggiunto valori massimi di 15,77 €, con un rialzo quasi verticale tra dicembre ed inizio gennaio; di fatto lo strumento ha avuto un’ escursione complessiva tra valori minimi e massimi di un 241% circa. Vale a dire che 10.000 € sarebbero divenuti quasi 30.000 (già comprensivi delle tasse pagate).

Essendo legato al business dell’ energia pulita ha delle prospettive indubbiamente interessanti e ci sono tutte le carte in regola affinché tale strumento continui a far bene, dal momento in cui:

a) si tratta di un megatrend che sta già attirando un sacco di capitali, con governi ed istituzioni che incentivano e promuovono sempre più politiche “green”. Basta guardare la crescita delle emissioni di obbligazioni e di fondi green per rendersi conto che si tratta di un qualcosa verso cui difficilmente si può sfuggire in futuro.

b) In aggiunta alle considerazioni precedenti c’è da evidenziare tutto l’aspetto relativo al sempre maggiore interesse verso il concetto di sostenibilità, che anche qua si ricollega ad un vero boom di prodotti etici, sostenibili, ESG, SRI ecc.

La corrente favorevole è data quindi dalla tendenza strutturale e dal fattore etico. Di conseguenza gli ingredienti per fare bene nel lungo termine sicuramente non mancano, ma ragionando più sul breve termine e alla luce del contesto attuale, su questo Etf vanno fatte alcune considerazioni.

In primo luogo si tratta di uno strumento che ha spinto tanto negli ultimi mesi, ma che ha iniziato a dare segnali di cedimento (cosa del tutto normale). Dal massimo di inizio anno ha infatti avuto un ribasso del 34% circa.

L’ Etf in questione è molto concentrato: infatti investe in 30 titoli, dei quali solo i primi 10 pesano per più del 50% del totale, con la posizione più importante (Plug Power) che da sola vale il 10% circa del portafoglio.

I titoli sottostanti oltre ad essere pochi sono anche molto volatili, cosa che porta questo Etf ad essere molto più nervoso in intraday persino di tante singole azioni. Si tratta infatti di un prodotto che per la liquidità e la volatilità che ha si presta benissimo al trading oltre che all’ investing (anche se va detto che l’ inefficienza fiscale dello strumento lo rende meno appetibile ad un impiego del genere).

C’è un’ottima diversificazione valutaria, mentre l’ esposizione settoriale è sbilanciata sulle utilities, al 2° posto abbiamo la tecnologia, settori che hanno sofferto di recente, ciò ha pesato molto nell’ attuale fase di rotazione settoriale verso titoli value e ciclici, e potrebbe rappresentare una bomba ad orologeria in un contesto prolungato di aspettative rialziste sui tassi d’ interesse.

Per le ragioni viste sopra, questo Etf è da maneggiare con cura; si presta benissimo ad un piano d’ accumulo o a strategie dinamiche (trendfollowing e rotazionali), mentre non lo ritengo particolarmente adatto a strategie statiche o alla parte core di portafoglio.
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