Se pensiamo che un anno fa dopo il crollo dei mercati in seguito alla crisi Covid la valuta digitale aveva toccato dei minimi a 3800 $ a marzo 2020, possiamo concludere che da allora ha avuto un rialzo del 1400% circa. Significa in altre parole che 10.000 $ sarebbero diventati 150.000 $.
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Tuttavia se da un lato ci sono dei modi diretti per investire nel Bitcoin, ad esempio tramite l’acquisto di esso su un exchange (serio) e la custodia su un portafoglio elettronico (wallet), o magari per i più evoluti mediante l’ acquisto di futures o opzioni su di esso, dall’altro si stanno diffondendo sempre più metodi indiretti per investire in tale criptovaluta e nella tecnologia blockchain, ad esempio si stanno sviluppando molti fondi d’investimento, certificati ed ETP che hanno come sottostante il Bitcoin, tuttavia essi non sono ancora disponibili sul mercato italiano, dunque l’ investitore italiano che ne fosse interessato potrebbe si acquistarli, ma sui mercati esteri.
C’è tuttavia un’ altra alternativa d’ investimento indiretto, l’unica ad oggi percorribile per chi non ha voglia di perdere tempo con exchanges e wallets vari e vuole restare sul mercato italiano, ovvero prendere in considerazione qualche strumento che investe nelle società coinvolte nell’ uso della blockchain. In quest’ultima categoria fa da padrone in Italia un ETF molto gettonato ultimamente, si tratta del seguente:
ISIN: IE00BGBN6P67
Iniziamo subito dicendo che si tratta di un Etf azionario a replica fisica che riflette le performances di società di ogni parte del mondo (paesi sviluppati ed emergenti) che sono parte dell’ecosistema blockchain. E’ un prodotto ad accumulo dei proventi, con TER dello 0,65% annuo.
L’ esposizione settoriale è, come intuibile, sbilanciata sulle società tecnologiche, che pesano per un 51%, seguono i titoli finanziari con un peso del 26% e quelli dei servizi di comunicazione (13%). Infine il restante 10% è suddiviso tra materiali di base e consumi discrezionali.
A livello di esposizione regionale c’è un’ottima diversificazione, con Stati Uniti al primo posto seguiti subito dopo dal Giappone.
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