Etf Smart Beta: convengono?

Ago 6, 2020 | Educational e approfondimenti vari

Da alcuni anni accanto agli Etf di tipo classico si stanno diffondendo sempre di più i cosiddetti Smart Beta: si tratta di Etf che cercano di fare meglio dei loro indici in versione classica, ma in che modo?

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Mentre un Etf classico replica un indice nella sua esatta composizione, gli Smart Beta replicano sempre un indice, ma facendo delle opportune scremature, tutto ciò perchè tendono a seguire dei “fattori” che sono considerati vincenti nel lungo periodo.
A seconda dei fattori che ispirano gli Etf, ci saranno delle scremature differenti; vediamo nello specifico quali sono i fattori più comuni:

Valore: fa riferimento a quelle società considerate sottovalutate rispetto ai loro fondamentali. Per analizzare le società e sancire la loro sottovalutazione si fa generalmente riferimento a variabili quali: prezzo-valore contabile, prezzo-utili, valore aziendale-flusso di cassa operativo; tuttavia ogni emittente di Etf potrebbe usare criteri differenti dall’ altro.

Bassa capitalizzazione: qua il richiamo è alle società più piccole a livello dimensionale, perciò più vulnerabili ad eventi sfavorevoli, dalle quali gli investitori si attendono un maggior rendimento in virtù del maggior rischio assunto.

Qualità: tale fattore allude alle aziende di qualità, che producono utili elevati e stabili, in base ad indicatori quali: elevato ritorno sul capitale, bassa leva finanziaria e stabile crescita degli utili. Anche qui vale il discorso che emittenti diversi possono prendere in considerazione parametri diversi di selezione.

Momentum: fa riferimento alle società i cui prezzi hanno una tendenza al rialzo con una certa forza (momentum), ad esempio quelle che hanno avuto un certo rialzo negli ultimi 6 o 12 mesi.

Bassa volatilità: si riferisce a quei titoli la cui volatilità è minore, considerati più difensivi e meno rischiosi. Gli indici che richiamano tale fattore tendono ad esporsi maggiormente su titoli anticiclici (ad esempio che producono beni di largo consumo, tipo Coca Cola o Gillette, o riferibili a servizi di pubblica utilità o di tipo sanitario.

Multifactor: tendono a combinare all’ interno della selezione dei titoli più fattori come quelli visti sopra.

Accanto a questi principali indici “fattoriali”, possiamo trovare degli altri, basati ad esempio su dividendi, moat economico, sostenibilità e megatrend, oltre al fatto che sicuramente si svilupperanno nuove varietà nel corso degli anni.

Fatta tale premessa, andiamo a vedere se tali prodotti sono convenienti e quali sono le soluzioni più efficienti per il risparmiatore a livello di Etf Smart Beta.

Come tutti gli strumenti, anche gli Smart Beta hanno i pro e i contro.

Tra i lati negativi mi vengono in mente: il fatto che sono stati quotati successivamente agli Etf classici, per cui hanno meno storico su cui fare analisi, inoltre, sempre rispetto agli Etf classici, sono più cari a livello di commissioni e meno liquidi.
In più, un’altra criticità potrebbe essere data dal fatto che, visto che ogni emittente può prendere in considerazione parametri diversi per selezionare i titoli all’interno di una stessa strategia (ad esempio valore), ciò può comportare la presenza di risultati operativi diversi all’interno di uno stesso “fattore”, il che può rendere più difficile l’ analisi di questi prodotti.

Gli Smart Beta però hanno anche dei vantaggi, ovvero rendono possibile una diversificazione tra più strategie, anche poco correlate tra esse (ad esempio tra momentum e bassa volatilità), inoltre consentono di regolare a proprio piacimento il nostro focus tra titoli azionari ciclici o anticiclici (ad esempio bassa capitalizzazione o qualità) a seconda del contesto economico; infine in molti casi hanno sovraperformato il loro indice nella variante classica: è il caso soprattutto di quelli momentum e minimum volatility su tutti; ci sono anche casi in cui Etf di questo tipo hanno deluso (molti di quelli value ad esempio), ciò dipende anche dal contesto economico favorevole ad alcune aziende piuttosto che ad altre.

Cercando di dare qualche spunto utile, presento alcuni Etf Smart Beta tra i più importanti a livello dimensionale, che negli scorsi anni hanno sovraperformato il loro indice nella versione classica:

ETF BASATI SU MSCI WORLD

iShares Edge MSCI World Momentum Factor UCITS ETF (Acc)
ISIN IE00BP3QZ825
iShares Edge MSCI World Minimum Volatility UCITS ETF USD (Acc)
ISIN IE00B8FHGS14

ETF BASATI SU MSCI EUROPE

iShares Edge MSCI World Momentum Factor UCITS ETF (Acc)
ISIN IE00BP3QZ825
Xtrackers MSCI Europe Small Cap UCITS ETF 1C
ISIN LU0322253906
Ossiam STOXX Europe 600 Equal Weight NR UCITS ETF 1C (EUR)
ISIN LU0599613147
iShares Edge MSCI Europe Minimum Volatility UCITS ETF
ISIN IE00B86MWN23

ETF BASATI SU USA

Ossiam Shiller Barclays Cape US Sector Value TR UCITS ETF 1C (EUR)
ISIN LU1079841273
Anche se ci sono soluzioni interessanti di questo tipo, visto che si tratta di prodotti recenti ed in evoluzione, con i limiti visti sopra, riserverei eventualmente agli Smart Beta una porzione minoritaria di portafoglio, con un approccio di tipo attivo (trendfollowing) o tramite Pac. In altre parole, li eviterei dove c’è da sbagliare il meno possibile, preferendogli un Etf classico, mentre li valuterei dove posso permettermi di sbagliare.
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