Un altro di quei portafogli statici molto in voga negli USA è il cosiddetto “No Brainer Portfolio” di William Bernstein, investitore americano con numerose pubblicazioni di rilievo all’attivo; il portafoglio in questione è menzionato in uno dei libri pubblicati dall’autore, ovvero: The Intelligent Asset Allocator: how to build your portfolio to maximise returns and minimize risk.
Tale modello è facilmente replicabile ricorrendo a comunissimi ETF. Come vedremo, il focus dell’autore è su strumenti concepiti per l’investitore americano, tuttavia l’investitore europeo non avrà problemi a scegliere strumenti analoghi, bensì più adatti ad esso, (per esempio focalizzati sull’Europa, andando quindi ad eliminare o a mitigare il rischio cambio), senza andare a stravolgere i risultati di lungo periodo.
L’asset alocation proposta è la seguente:
- 25% azionario USA (large cap)
- 25% azionario USA (small cap)
- 25% azionario internazionale (America esclusa)
- 25% obbligazioni a breve termine USA
Su portfoliocharts è possibile vedere come il modello in questione si è effettivamente comportato negli anni: https://portfoliocharts.com/portfolio/no-brainer-portfolio/
Il portafoglio oggetto d’analisi dal 1970 ad oggi ha avuto un rendimento medio annuo del 6,6% (si tratta di rendimento reale, quindi al netto dell’inflazione, bensì al lordo di tasse e commissioni). Tale rendimento è stato raggiunto a fronte di una volatilità (misurata dalla deviazione standard) del 13%. Il CAGR, tasso annuo di crescita composto, rilevato sempre dal 1970 ad oggi, è del 5,8%, (ripulito dall’inflazione, ma non da tasse e commissioni, con ribilanciamento annuale), mentre il dato sul 15-yr rolling returns ci indica che se avessimo investito su tale modello negli ultimi 15 anni, avremmo avuto un CAGR inflation adjusted di quasi il 7% annuo. Lato drawdown, la più profonda perdita successiva ad un picco è stata ad oggi del 39%, mentre il più lungo è durato 9 anni.
Dopo aver sintetizzato una serie di dati (altre informazioni secondarie sono comunque consultabili su portfoliocharts) è opportuno fare qualche considerazione: con un 75% di azionario all’interno, questo portafoglio sicuramente ha un’impostazione più aggressiva, pertanto non è adatto ai “deboli di cuore”, viceversa potrebbe essere una buona soluzione per l’investitore più dinamico (ancora meglio se in giovane età, in modo da sfruttare al meglio l’effetto tempo), o comunque per quella parte di capitale destinata al lungo termine (sul quale l’azionario ripaga praticamente sempre), la cui momentanea oscillazione in negativo, anche più marcata rispetto a portafogli già analizzati ad impronta più moderata, ci fa dormire la notte.