I vantaggi del PAC

Ago 13, 2018 | Educational e approfondimenti vari

L’investimento in strumenti finanziari può essere strutturato in diversi modi: uno di questi è il PIC, piano d’investimento di capitale, modalità con la quale si prende l’intero importo da investire (ad esempio 100.000 €) e si investe tutto in un’unica soluzione nel prodotto o nei prodotti che ci interessano. Questo approccio può essere senz’altro valido per alcuni, ma presenta delle criticità; è una tipologia d’investimento molto sensibile al timing d’ingresso, per cui occorre prestare molta attenzione alla fase in cui si va ad acquistare, può accadere infatti che ci si va ad esporre in un prodotto che replica un indice azionario globale entrando sui massimi, con la conseguenza che nei giorni/mesi successivi l’indice corregge del 50% (caso estremo per rendere agevole la comprensione dell’ esempio, diversificando e ponendo in essere i dovuti accorgimenti infatti questo risulta essere uno scenario assolutamente remoto), di conseguenza i 100.000 € investiti inizialmente diventano 50.000 €, nessuno sarebbe contento di una situazione del genere e lo sconforto prenderebbe il sopravvento anche del più navigato tra gli investitori. Connesso quindi al problema del timing c’è anche quello dell’ emotività (che accomuna tutti), che potrebbe in tal caso rivelarsi un ostacolo maggiore rispetto al caso di un acquisto frazionato, la stessa emotività che potrebbe spingerci a liquidare l’ investimento in perdita.

Per arginare tali criticità in ottica di timing e di gestione emotiva, è stata concepita una diversa modalità d’ investimento, una sorta di evoluzione del PIC, il PAC, acronimo di piano d’ accumulo del capitale, una modalità d’investimento “a rate”, in cui il denaro viene investito in maniera diluita nel tempo, ad intervalli regolari per un determinato periodo di tempo. Per esempio, possiamo pensare di investire 60.000 € spalmandoli in un arco di 5 anni, allocando 12.000 € all’ anno (1000 € al mese o 3000 ogni 3 mesi). Il PAC, essendo uno strumento flessibile, può essere strutturato nei modi più svariati. Tale modalità d’investimento, derivante dal Dollar Cost Average (modello di Benjamin Graham) presenta molti vantaggi: in primo luogo è l’unico modo con il quale può investire chi non ha da parte un elevato capitale ma dispone per esempio di un’entrata fissa (stipendio o altro tipo di reddito), chi opta per tale soluzione ha il vantaggio di autocostringersi a mettere da parte una certa somma con cadenza periodica e in modo costante. Personalmente consiglio a tutti coloro che hanno un’entrata fissa di imporsi di risparmiare qualcosa (l’ideale sarebbe tra il 10 ed il 20% del proprio reddito) in modo tale da destinare tale quota (tutta o in parte) alla costruzione di un PAC. Tale strumento poi, andando a diluire gli acquisti nel tempo e comprando un po alla volta in ogni fase di mercato (tendenza al rialzo, al ribasso, mercato piatto), tende ad eliminare il problema legato al market timing (entrare al momento giusto) e conseguentemente quello relativo all’emotività; oltre a ciò, l’acquisto tramite PAC (sempre per le ragioni appena viste) contribuisce a rendere più stabile l’investimento, andando a contenere la volatilità. Il PAC è generalmente uno strumento pensato per il medio-lungo termine, che paradossalmente sfrutta a suo vantaggio le fasi di discesa del mercato (grazie al fatto che si va ad acquistare “a sconto”) andando ad abbassare il prezzo medio di carico e puntando poi su una successiva salita del mercato. Il difetto principale di tale strumento è invece dato dal fatto che non esprime il massimo in mercati fortemente direzionali (al rialzo e al ribasso). E’ preferibile impostare tale modello su strumenti con un certo grado di volatilità; su archi di tempo molto estesi (15 anni in su) è conveniente rivolgerlo a strumenti di azionario puro. Occhio ai costi generali, soprattutto per quei prodotti di matrice bancaria, verificare che non abbiano un’ elevata incidenza sul capitale da dedicare.

DISCLAIMER
L’attività pubblicata nella presente comunicazione non costituisce consulenza personalizzata così come indicato dall’articolo 1 comma 5 septies del decreto legislativo 58/98, così come modificato dal decreto legislativo 167/2007. Chi scrive non conosce le caratteristiche personali di nessuno dei lettori, in specie flussi reddituali, capacità a sostenere perdite, consistenza patrimoniale. Pertanto le analisi, i segnali operativi ed ogni altra informazione o articolo pubblicato hanno carattere puramente informativo e non costituiscono in alcun modo consulenza finanziaria, nè costituiscono sollecitazione del pubblico risparmio, di conseguenza tutti i contenuti sopra riportati vanno intesi come pure e semplici opinioni personali dell’autore. Ogni utente utilizzerà sotto la propria responsabilità le informazioni fornite all’interno della presente comunicazione e pertanto si ribadisce che gli autori si sollevano da ogni responsabilità, compreso, senza limitazioni per danni diretti o indiretti conseguenti all’uso delle informazioni, indicazioni, link suggeriti e contenuti.

AVVERTENZA SUI RISCHI
La negoziazione sui mercati finanziari comporta un alto livello di rischio che potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. L’utilizzo della leva finanziaria crea ulteriori rischi ed esposizioni a perdite. Vi è la possibilità di perdere parzialmente o totalmente il vostro investimento iniziale; non investire denaro che non ci si può permettere di perdere. Educate voi stessi sui rischi associati alla negoziazione dei campi, e se avete dei dubbi chiedere il parere di un consulente finanziario o fiscale indipendente