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Qual è il tuo obiettivo?

CONSERVAZIONE
Ci sono tanti tipi d’investitore conservativo in base ad età, patrimonio, grado di conoscenza degli strumenti ed orizzonte temporale.

Generalmente il profilo conservativo è tipico della persona anziana (per circa la totalità del patrimonio), il classico esempio dell’ottantenne che vuole proteggere il proprio capitale per tramandarlo ai figli.

Questo profilo interessa anche le fasce d’età più giovani, per quella parte di patrimonio che potrebbe servire a breve e sulla quale non vogliono rischiare oscillazioni di prezzo.

Si tendono a valutare e a diversificare fra loro all’interno del portafoglio conservativo strumenti quali: cash sul conto corrente, conti deposito, parcheggi di liquidità su obbligazioni con scadenza breve, certificates a capitale garantito, fondi/sicav di liquidità o obbligazionari breve termine, bond indicizzati all’inflazione.

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RENDITA
E’ forse l’obiettivo a cui è più affezionato l’italiano medio, complice anche un gap presente oggi tra il patrimonio medio (alto) ed il reddito medio degli italiani (basso).

Generalmente chi è più interessato a tale obiettivo è il risparmiatore senior (da 50 a 70 anni) con un patrimonio importante, orfano del mattone e dei Titoli di Stato; i motivi per cui potrebbe interessare un flusso di reddito periodico sono molteplici: colmare gap tra stipendio e pensione, vivere di rendita, avere un tenore di vita più elevato. Potrebbe interessare anche chi ha delle spese periodiche da affrontare e si ritrova con un discreto patrimonio pur avendo un reddito basso.

Si va a lavorare per questo obiettivo con strumenti quali: etf (ma si possono valutare anche fondi attivi) obbligazionari e azionari, possono essere presi in considerazione certificates che rispondono all’obiettivo di fornire un’ entrata periodica e bond con alta cedola.

I portafogli sono strutturati fin dove è possibile in modo da fornire una cedola mensile; se si ha una preferenza diversa (cedola trimestrale/semestrale/annuale) c’è la possibilità di contattarmi e farmelo presente.

Possibilità di gestire una parte minore (satellite) di portafoglio in maniera attiva, in modo da cercare di cogliere un extra-rendimento su questa porzione di portafoglio. Ad esempio se su 100 un terzo (33 circa) viene destinato all’obiettivo rendita, di questo, un 30% (10) può essere destinato ad una logica di stampo dinamico. Se il 100% del patrimonio è destinato a tale obiettivo, si può valutare di destinarne un 10-15% alla gestione attiva.

[FBA_SinglePack type=”rendita”]

CRESCITA DEL CAPITALE
Il rendimento sotto forma di crescita del capitale interessa soprattutto il risparmiatore in fase di accumulo: ad esempio il giovane (da 20 a 50 anni) con un patrimonio in formazione, meglio ancora se in presenza di un elevato reddito. Dai 55-60 anni in su può interessare in misura molto minore, infatti in quest ultimo caso di risparmiatori in fase di decumulo, può essere interessante avendo già un’ entrata cedolare, destinarne una piccola parte ad un PAC aggressivo (magari con focus tematico, o settoriale, su nicchie di mercato o megatrends) in etf o in qualche fondo attivo con ottimi numeri.

In definitiva il rendimento è un must per chi è in fase di accumulo di ricchezza, mentre in presenza di un capitale già formato non è un’ esigenza principale.

Si va a lavorare per questo obiettivo prevalentemente con etf diversificati su più asset class,tuttavia si possono valutare anche fondi attivi.

Possibilità di gestire una parte marginale di portafoglio in maniera più dinamica, con logica più speculativa, servendosi di una o più strategie incentrate su una pluralità di asset class (azioni, futures, obbligazioni, etf)

L’orizzonte temporale minimo consigliato per la parte di capitale che va a lavorare per l’obiettivo rendimento è di 7 anni.

[FBA_SinglePack type=”capitale”]

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